sabato 8 agosto 2015

La poesia della domenica - Muhammad Ibn Arabi, La mia Anima è tutta presa di Lei

Ibn Arabi (Murcia 7 agosto 1165 - Damasco 16 novembre 1240) fu un filosofo e poeta mistico dell'Islam.
Una figura gigantesca (è detto "sommo maestro") di cui, in Europa, si sa poco o nulla (fanno eccezione gli studi di Henry Corbin e poco altro; alcune traduzioni italiane sono, invece, disponibili, ancorché rapsodiche).
Ibn Arabi viaggiò molto, avido di verità e conoscenza: Arabia, Nord Africa, Medio Oriente e, infine, la Siria, Damasco. Da giovane incontrò Averroè, il più importante filosofo arabo medioevale; non più giovane conobbe, invece, Rumi, il grande poeta mistico della Persia. Tali notazioni biografiche non sono oziose: servono a far capire all'ascoltatore disattento che, nel secondo secolo del secondo millennio, l'influenza dottrinale e filosofica dell'Islam si estendeva dalla Cina sino alla Spagna. Studiare la cultura del Medioevo europeo significa necessariamente far riferimento a tale cultura. 
In Ibn Arabi tutto è  simbolo. Il volto dell'amante, le sopracciglia, la bocca; l'alba il giorno la notte.
La Donna, qui, è la Divina Sapienza. Dio. L'Amore è estinzione del proprio sé a favore dell'annullamento in Dio. Dove è il corpo non è Dio, dove è Dio non esiste il corpo.
La selva di simboli mistici è spesso impenetrabile, ma anche una lettura superficiale, che non ne tenga conto, è egualmente appagante.
Anche la Vita Nova di Dante è tale, se pur se ne ignori il significato profondo.
Alcuni temerari hanno messo in connessione tale misticismo con quello dello stil novo italiano. Sono stati respinti con perdite. Anch'io ero scettico, poi ho mutato parere. Laddove inizia la prima poesia europea vi è, infatti, l'Islam: in Provenza (sottoposta alla pressione culturale della Spagna moresca; non dimentichiamo che il liuto è arabo: al' ud); e in Sicilia (araba per un secolo) quando, presso la corte la corte di Federico II, si sviluppò la radice possente della letteratura nazionale. Come poteva il misticismo di Guido Cavalcanti, Dante, Guinizelli essere immune da tali condizionamenti? Immune da una tradizione mistica soverchiante che avviluppava l'Europa dalla Turchia sino all'Africa e alla Spagna e che, proprio allora, nei suoi celeberrimi centri di traduzione, stava recuperando alla comprensione occidentale i capolavori della filosofia e della scienza classiche? Lo ritengo impossibile. Con ciò non si vuol certo significare che Donna me prega o Donne ch'avete intelletto d'amore siano poesie di ascendenza islamica. Si vuol significare, più modestamente, ma non con minor importanza, che il nucleo ideologico di tale visione metafisica aveva la propria scaturigine nel pensiero mistico dell'Islam (o meglio: in una parte d'esso, quello sufi, di respiro universale; eretico, quindi, rispetto all'ortodossia sunnita) proprio di alcuni pensatori d'eccezione: fra questi, Ibn Arabi.
Stupiti?
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quanto ne sogni la tua filosofia".

La mia Anima è tutta presa di Lei
benché io non possa vedere il Suo Volto;
se potessi vedere il Suo Viso,
sarei ucciso dalle Sue Sopracciglia scure;
e quando il mio sguardo cadesse su di Lei,
cadrei prigioniero di ciò che vedrei,
e passerei la notte stregato da Lei,
e delirerei ancora quando l’Alba si fa luminosa.
Ahimè! Per la mia grande risolutezza!
Io dico che se la grande risolutezza giovasse,
la Bellezza di quella timida Incantatrice,
non mi avrebbe reso così smarrito.
È per Bellezza come una tenera Gazzella,
il cui pascolo conoscono gli Asini Selvatici,
il cui sguardo timido, col capo a metà distolto,
rende schiave le Anime degli Uomini!
Il sue respiro è  così dolce che sembrerebbe
deliziante profumo di muschio odoroso,
lei è radiosa come il Sole di mezzogiorno,
lei brilla come la Luce della Luna.
Se appare, rivela
lo Splendore incantato del Mattino;
se scioglie le Sue trecce, la Luna
è nascosta dai Suoi Capelli neri come la notte.
Prendi il mio cuore ma lasciami, ti prego, i miei occhi,
o Luna, attraverso la Notte più scura,
che io possa guardarti.
Perché tutta la mia gioia è in ciò che vedo!

Traduzione di S.A.Q. Husaini

2 commenti:

  1. Straordinarie le connessioni tra l'Islam e il Mondo latino medioevale e, anche tramite Dante, ci lasciano un patrimonio di cultura e di umanità ancora insuperato.
    Casalino Pierluigi, 3.11.2015

    RispondiElimina
  2. Straordinarie le connessioni tra l'Islam e l'Occidente latino, che, anche tramite Dante, ci lasciano un patrimonio di cultura e di spiritualità ancora attuali.
    Casalino Pierluigi, 3.11.2015

    RispondiElimina