domenica 26 gennaio 2014

Le note di Leo. La dedizione di Claudio Abbado

Un appuntamento con la musica, per traghettarci dalla domenica al lunedì.
Claudio Abbado
Leonardo Castellucci*


A metà degli anni'60 quando, ancora alle elementari, mi innamorai della musica di un amore imperituro, restavo affascinato dalle prime copertine dei 33 giri di musica classica che mi passavano sotto gli occhi. I grandi direttori di allora erano quasi sempre proposti in primo piano, con espressioni severe, pensose, interiori. Atteggiamenti un po' teatrali, studiati per passare al mondo un' idea di serietà e di scavo interiore, di applicazione e logorio, di severità di studi, di prestigio raggiunto. Un certo divismo ottocentesco era ancora presente, quel senso di distacco fra il grande artista e il pubblico sottomesso e ammirato era ribadito, appunto, anche da questi atteggiamenti. Grandi uomini solitari e un po' scostanti che si concedevano alle platee come tramiti fra il mondo dei sensi e quello dello spirito. Penso alla distratta e vitrea espressione di Karl Bohm, a quella come introiettata in un mantra laico e un po' arrogante di Herbert von Karajan, a quella astratta e dimentica di Furtwangler, a quella adrenalinica e imperativa di Toscanini. 

Poi, più o meno in quegli anni giunse sui podi di tutto il mondo la generazione degli anni'30, quella di giovani direttori che sentivano il bisogno di far uscire la musica colta dal ghetto di una casta comunicandola con il sorriso e con l'entusiasmo. Giovani direttori che 'scesero' dal pulpito facendo un gran bene alla divulgazione della musica. I campioni di tale cambiamento furono su tutti Zubin Mehta, uno venuto dall'India portandosi come bagaglio una forza animale contagiosa, fatta di sorrisi, entusiasmo, energia (una sorta di Gustavo Dudamel del tempo) e un giovane milanese di origini partenopee, Claudio Abbado, studi perfetti, grande misura, rara capacità di leggere le partiture con un'attenzione all'analisi che rasentava quella di un teorico. 
Anche le copertine dei 33 giri cambiarono: Abbado compariva sempre o quasi di lato o di spalle, in genere sul podio a dirigere le prove con l'orchestra presente, come a passare l'idea che la musica è un piacere e una fatica che si raggiunge tutti insieme.
In quasi sessant'anni di carriera il maestro ha affrontato con entusiasmo ogni tipo di musica, dalla barocca alla contemporanea con la stessa applicazione e lo stesso atteggiamento di 'servizio'. Da giovane sorrideva spesso, quasi per impaccio, negli ultimi anni quel sorriso era diventato più fermo, sicuro ma un po' mesto, come se sentisse che il suo tempo stesse per chiudersi. 
Lo scorso 20 gennaio Claudio Abbado ci ha lasciati e noi lo ringraziamo commossi per averci insegnato la chiave migliore per dialogare più profondamente con la più alta delle arti: quella della 'dedizione assoluta'.

*Leonardo Castellucci, fine conoscitore di musica, giornalista, scrittore, oggi direttore editoriale di Cinquesensi Editore.



Gustav Mahler. Sinfonia N.10 in Fa diesis magg. Adagio

Vienna Philharmonic Orchestra
Direttore CLAUDIO ABBADO



Note di Monteverdelegge: breve percorso nel mondo di Abbado
Gustav Mahler è stato tra i compositori più studiati, amati ed eseguiti dal direttore Abbado. Proprio con una sinfonia del compositore, in un concerto all'Auditorium parco della musica di Roma, il maestro introdusse in Italia quello che a breve sarebbe diventato il suo erede
naturale, presentandolo più o meno così: «Raramente ho ascoltato in un giovane una sensibilità così sottile nel dirigere Mahler, lo invidio un po'». 
Claudio Abbado, Gustavo Dudamel
Parlava di Gustavo Dudamel, un nino de rua cresciuto nei barrios venezuelani e salvato dalla musica del Sistema Nacional de Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela, ideazione vincente di José Antonio Abreu, maestro di musica visionario e caparbio. Qualche anno dopo quel concerto romano, Dudamel avrebbe diretto la prima del Don Giovanni alla Scala di Milano, acclamato. Proprio Dudamel il 22 gennaio scorso dalla Cattedrale di Notre Dame a Parigi, ha reso omaggio al suo "mentore" dirigendo la Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela con l'Orchestre Philharmonique de Radio France nel Requiem di Berlioz. Gustavo Dudamel in quell'occasione ha dichiarato: «Claudio Abbado per me è e sempre sarà parte di un gruppo unico di geni che sono entrati nella storia dell'arte. Porterò sempre con me, come uno dei tesori piu importanti che la vita mi ha regalato, la sua generosità infinita e il suo amore, che ho avuto la fortuna di conoscere quando ero ancora giovanissimo. Si unisce a me in questo sentimento l'intero Sistema Nazionale delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili del Venezuela, della cui famiglia il Maestro Abbado faceva parte e a cui aveva dedicato il suo amore sincero e la sua saggezza. A nome di tutti i miei compagni musicisti del Sistema, a nome del Maestro Jose Antonio Abreu e a nome mio, rendo omaggio eterno al Maestro Abbado, certo che la sua anima e la sua ispirazione resteranno per sempre con noi».
Questo è solo uno degli omaggi tra le migliaia, che in questi giorni si sono succeduti in tutto il mondo. Fino ad oggi non ha potuto fare una dedica in musica al "suo" maestro, soltanto l'amata Orchestra Mozart, un lascito importante di Abbado al nostro Paese e ai giovani, con i quali ha sempre voluto lavorare, ma che ha dovuto sospendere le attività per mancanza di fondi e che rischia di chiudere i battenti.

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Letture suggerite
Claudio Abbado, La casa dei suoni, 2007 Babalibri (anche con cd)

Claudio Abbado e Lidia Bramani, Musica sopra Berlino. Conversazione con Lidia Bramani, 2000, Bompiani

Una buona sintesi biografia, che unisce le dichiarazioni rilasciate dal maestro, nel tempo, ai pochi giornalisti ai quali ha concesso interviste nell'arco della sua carriera è stata pubblicata dal Corriere.it.




Video suggeriti
Ce ne sono molti, ovviamente, ma qui ne segnaliamo tre: un ritratto biografico datato 1974; un documentario dedicato al suo impegno in Venezuela al fianco di Abreu; il terzo è "una scheggia" significativa di una delle sue ultime direzioni. 

I grandi direttori d'orchestra
 Un documentario datato 1974 di Corrado Augias con la regia di Vittorio Armentano, che sintetizza alcune delle fasi fondamentali della carriera di Claudio Abbado, quelle che gli hanno valso titoli come "il rivoluzionario del podio". Il documentario dura 56' e contiene anche riprese durante le prove. 




Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela
Un documentario per diffondere nel mondo la conoscenza del Sistema Abreu. Il video entra nel mondo di quei ragazzi, nella vita quotidiana fatta di musica insieme; mostra nei fatti che cosa sia il Sistema avvalendosi delle loro lezioni e esecuzioni musicali delle loro testimonianze e quelle di personalità del mondo della musica. La regia è di Alberto Arvelo, venezuelano, che lo ha realizzato nel 2005.
Questo il documentario integrale.




Festival di Lucerna 2012
La chiusura del concerto del Dies Irae di Mozart, Requiem.



“È il silenzio al termine di una sinfonia 
a dare senso alla sinfonia stessa,   
così è la morte che dà senso alla vita”. 

Claudio Abbado - Milano, 26 giugno 1933 – Bologna, 20 gennaio 2014 
(credit: foto estrapolata da un articolo
apparso su GBOpera Magazine.it)

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