domenica 7 aprile 2013

Il Padrone del corpo

Maria Cristina Reggio
Orazio, Pluto, Diabete e Bombolo, Pippo e il dottor Max, la dottoressa Uraza: sono i personaggi di un fumetto? No, siamo in un romanzo, e si è nel pieno di una narrazione tragica e dolorosa, in un territorio che ricorda la quieta violenza del Processo di Kafka e che anticipa le dedaliche architetture di Ballard e del suo Condominio. Soprattutto, l'atmosfera del Padrone di Parise è segnata da una violenza sul corpo tanto inaudita, quanto simile alla realtà quotidiana e i personaggi fanno pensare più a dramatis personae teatrali, ciascuno con una propria funzione, piuttosto che a persone dotate di una propria psicologia, come ci si aspetterebbe da un romanzo. Entrano in scena, ciascuno con la propria maschera che Parise ci descrive nei dettagli fisici, nel colore, nelle ombre e sfumature, per poi sparire fuori scena e non mostrarsi mai più. Sono descritti con una tecnica narrativa visuale che davvero fa pensare all'esagerazione dei dettagli tipica del fumetto, e per questo portano in un immaginario pop-art. Ma se di pop si può parlare, non viene in mente quello americano, autenticamente superficiale e colorato come le pubblicità, ma, piuttosto, ai mondi artistici pop italiani e romani, dotati di una lettura profondamente critica dell'immaginario neo-industriale di quel tempo e che, con tutta probabilità, Parise, fidanzato con l'artista Giosetta Fioroni, frequentava e osservava attentamente nelle gallerie della Capitale.  Paradossalmente, quindi, i suoi epigoni si possono cercare, oggi, non tanto nella letteratura, quanto, piuttosto, nell'arte e nel teatro di ricerca, e il pensiero va al duo italiano Ricci-Forte e al loro teatro popolato di crudeli personaggi di favole e fumetti, totalmente dediti al consumo di una autolesionistica violenza che, distruggendo gli oggetti-feticci offerti oggi dalle industrie super-globalizzate, si arrendono anch'essi alla loro condizione di esseri umani, "offesi", deprivati dell'unica proprietà a cui l'uomo ha davvero diritto: quella di sé e del proprio corpo. 

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