venerdì 18 aprile 2014

Le note di Leo: un anticipo/Cristo ha 70 anni o forse solo 41

La cattura di Cristo - Michelangelo Merisi da Caravaggio
Leo Castellucci* chiacchiera con la "groupie" Zippora

«Ieri ho incontrato Ted Neeley»
«L'attore del film Jesus Christ Superstar?»
«Sì, te lo ricordi?»
«Ma avrà 100 anni!»
«Settanta, ne ha 70. È nato il 20 settembre 1943 e io lo avrei riconosciuto tra mille. Ho avuto un tuffo al cuore»
«Davvero? E perché?»
«È stato uno dei pochi idoli della mia pre-adolescenza. Era bellissimo, non aveva voce, ma era bellissimo»
«E ora? Com'è  da vecchio nonnetto?»
«Bellissimo. Cioè, insomma, sì per me è ancora lui. Comunque è lui Cristo, nessuno ha mai potuto rimpiazzarlo nella mia immaginazione. Neppure quello favoloso di Scorsese. Senza contare che è con Ted che ho iniziato ad appassionarmi all'inglese. Il verbo believe, per esempio, l'ho imparato cantando con lui e anche trust e l'espressione buzz... quando cantano what's the buzz tell me what's happening, what's the buzz tell me what's happening prima dell'ultima cena»
«Sì un'idea intelligente quel musical»
«Strepitosa non intelligente! Ho già in mano il biglietto per andare al Teatro Sistina: da oggi c'è lui, proprio Ted, da 41 anni dall'uscita del film porta ancora in scena l'opera rock, per me tra le più rivoluzionarie e incomprese. O mi sbaglio?»


Il bacio
Ted Neeley e Carl Anderson
nel 1973
«Anch'io sono stato un giovane virgulto, capisco. Però.. però, insomma»
«Attento a quello che dici, Leo. JCS non si tocca!»
«L'ho capito, sì. Diciamo che ho sempre avuto difficoltà a confrontarmi con il mito improvviso. E JCS è stato questo: un mito improvviso. Ha avuto il grande merito di rimuovere un blocco spirituale in quella generazione degli anni Settanta che viveva nel movimento rivoluzionario ed era figlia del suo tempo. JCS ha riconciliato con la figura del Cristo, uccisa dal rifiuto dell'Istituzione, del quale in quel flusso pre-new age si diceva essere il primo socialista della Storia umana. È interessante la scrittura dei testi, più che la musica che è molto lineare anche se con alcuni sviluppi molto belli, penso all'aria della Maddalena I don't know how to love him. La struttura musicale è molto semplice, non è rock di ricerca. Ci sono temi orecchiabili, addirittura, ma funzionali a veicolare il testo. Il messaggio, si diceva allora. D'altra parte il tema è delicato, la figura del Cristo è difficile da trattare. Ha sempre suscitato e sempre susciterà scalpore qualunque opera cerchi di raffigurarlo in modo nuovo: in pittura si pensi a La cattura di Cristo di Caravaggio. E anche in JCS la cosa davvero interessante è che il protagonista in realtà è Giuda, non Jesus. Sembra che gli autori siano partiti da una lettura del Sermone di Sant'Agostino sugli ultimi giorni di Cristo. Giuda è l'uomo attratto dal potere dell'Assoluto. E per questo, avendo frainteso il significato del Cristo, frana sotto il peso della propria angoscia. Tradendo il suo Dio Giuda vuole metter fine anche alla propria vita perché quel Dio, che era la sua sola speranza, non ha dato risposte alle sue ambiziose attese. La drammatizzazione del Giuda è ben fatta e i suoi pezzi musicali sono i più forti, penetranti, graffianti e forse i più complessi e rock: strutturalmente viene usata un'armonizzazione che contiene una specie di "disarmonia". C'è, nei pezzi "del traditore", una ricerca musicale più contemporanea.
Ted Neeley versione 2014 
I brani di tutti gli altri protagonisti hanno armonie più classiche. Il Cristo è lì minuto e terreno, ha perfino poca voce, come ricordavi tu e alla fine non c'è la tragedia della crocifissione, neppure musicalmente, c'è il dramma tutto umano. È una di quelle opere arrivate in un momento perfetto, fatte con gli ingredienti giusti. Non è un capolavoro né musicale, né drammaturgico. C'è una bella idea registica e i testi sono superiori alla musica: ad un ascolto attento si avverte che il musicista ha fatto un lavoro certosino per ottenere con le note una comunicazione diretta, lontano da intellettualismi. Per arrivare al cuore. Ora vorrei farti io una domanda: Giuda interpretato da Carl Anderson nel film come a teatro, Giuda non ti piaceva?»
«Mi pareva l'unico... meravigliosamente umano»
«Ah, i trucchi dell'anima!»

nota: In una intervista a La Repubblica Ted Neeley ha rivelato che, all'epoca Giovanni Battista Montini (Paolo VI) papa dal 21 giugno 1963, vedendo in anteprima il film disse: "Raccontare la Passione di Cristo attraverso la musica significa arrivare a parlare di Gesù in tutti i continenti". 


Film suggeriti
Jesus Christ Superstar - Norman Jewison (1973)
L'ultima tentazione di Cristo  - Martin Scorsese (1988)

Canzone suggerita
Via della Croce - Fabrizio De Andrè (1970 da La buona novella)

Letture suggerite


*Leonardo Castellucci, fine conoscitore di musica, giornalista, scrittore, oggi direttore editoriale di Cinquesensi Editore.

5 commenti:

  1. Tra le letture metterei anche Tre versioni di Giuda di Borges.
    Nella colonna sonora comunque il buon Neeley è sostituito da Ian Gillan: basta ascoltare Getsemani per capire lo scarto.

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    1. Sì, infatti Ian Gillan aveva voce... (però non era bello angelico). :-).
      Grazie comunque, preziosa precisazione.

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  2. Che non avesse la voce è la prima volta che lo sento dire! Tuttavia mi sembra proprio che ora almeno ce l'abbia.... o no?
    ps. se si guarda la scena del film in gethsemani basta vedere lo sforzo delle vene del collo per apprezzare la potenza vocale.
    Sono 40 anni che lo sento denigrare eppure guarda un po', è ancora lì a stupire tutti. <3

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  3. Ted Neeley avrebbe poca voce? Mi scusi l'autore dei questo articolo ma l'affermazione a me sembra folle. Se esiste al mondo un cantante settantenne dotato di mezzi vocali straordinari questo è Ted Neeley. Sinceramente sono trasecolata.

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  4. E' Ian Gillan che ha poca voce Forse l'autore dell'articolo ha confuso tra loro gli interpreti di JCS.

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