mercoledì 9 ottobre 2013

Cuore di gatto

Ti racconto un libro:
Lena Divani, Sette vite e un grande amore - Memorie di un gatto
Traduzione di Maurizio De Rosa 
Edizioni e/o, pp. 160, euro 16,50

Leda Fonti
Si chiama Zucchero. E’ un gatto di umile nascita, ma il suo manto candido e la sua spiccata intelligenza lo portano ad essere molto snob e ad aborrire la vita di strada. E’ dunque determinato a trovarsi una sistemazione comoda lontano dall’ambiente in cui è nato. D’altronde è arrivato alla sua settima vita, ha accumulato molte esperienze e sa come muoversi nel mondo, sia quello dei suoi simili, sia quello degli umani.
Quando la incontra, una scrittrice bella ed  elegante che lui battezza immediatamente “madamigella”, è per lui un colpo di fulmine. Sebbene madamigella non sembri affatto interessata né attratta dal dolce batuffolo bianco che cerca di attirare la sua attenzione, lui, confidando totalmente nel suo istinto, decide senza indugi che è con lei che  vuole condividere la sua  vita. Già, è così che la pensa Zucchero: da bravo gatto presuntuoso e indipendente, non cerca, non sente il bisogno di un padrone, ma piuttosto di un compagno con cui vivere e con cui condividere la casa, un compagno alla pari, da rispettare, sopportare, capire, amare. Non per niente Zucchero afferma con disarmante sicurezza che sono i gatti ad aver addomesticato gli umani e non il contrario.
Lo spirito di iniziativa e la caparbietà di Zucchero vengono premiati; pur se con qualche perplessità e titubanza, madamigella se lo porta a casa e lo fa entrare nella sua vita.
Zucchero ha una grande ambizione che ha contribuito a fargli scegliere proprio madamigella: giunto alla sua settima ed ultima vita vuole lasciare una traccia dei suoi numerosi passaggi su questa terra, per questo ha puntato su una scrittrice, spera ardentemente che lei si risolverà prima o poi a lavorare sulla raccolta delle sue memorie.
E’ la scrittrice greca Lena Divani la madamigella che realizza questo sogno narrando nel suo Sette vite e un grande amore l’autobiografia del suo gatto. E’ Zucchero in prima persona che racconta la sua storia, cominciando dai suoi primi passi nella nuova casa e dai piccoli progressi per conquistare il cuore e gli spazi di madamigella. Perché lei è un osso duro, sembra inflessibile e intransigente; ma il gatto, come tutti i rappresentanti della sua razza, è ostinato e non si arrende, ha scelto lei ed è lei che vuole. Madamigella pian piano si ammorbidisce e si affeziona ogni giorno di più all’animale, lo vizia, gli propone cibi prelibati che lo fanno ingrassare ma lo rendono felice, gli concede man mano accesso a tutti gli angoli della casa, anche quelli inizialmente negati. Chi ha un gatto sa che è così che funziona.
I giorni, gli anni passano. Il ritratto di Zucchero e madamigella acquisisce corpo e il lettore si sente sempre più partecipe del loro ménage. Attraverso le descrizioni di Zucchero il personaggio della scrittrice alias madamigella si delinea in tutte le sue sfaccettature: il lavoro, i viaggi, gli amici, gli amori, la famiglia. Madamigella ha un carattere un po’ spigoloso e volubile, ha delle nevrosi e fissazioni assurde e le sue abitudini sono spesso inconsuete e discutibili.
Zucchero apre al lettore le porte della sua casa, lo fa accomodare sulla sua poltrona preferita devastata dai suoi artigli. Una volta sistemato in quella postazione privilegiata il lettore partecipa alle  vicende che avvengono intorno a lui. E soprattutto si cala nei panni di Zucchero e vede il mondo attraverso gli occhi del gatto. Tanto che si rallegra quando trova la conferma che i gatti sono davvero così come li aveva sempre immaginati, con esattamente quei pensieri e quelle emozioni. Si dimentica per un attimo che a scrivere non è un gatto ma una rappresentante della razza umana!
Sono tanti i casi in letteratura dove il protagonista e narratore è un animale. Alcuni sono dei veri capolavori, si pensi ad esempio a Cuore di cane di Bulgakov. Il romanzo della Divani non punta a quelle vette altissime, tuttavia, tranne in qualche punto dove la scrittrice indugia forse un po’ troppo, si legge con grande piacere e scorrevolezza, fa sorridere e ridere, fa commuovere e soprattutto fa venire una gran voglia di accarezzare e coccolare il proprio gatto. O di prenderne al più presto uno se ancora non lo si ha.

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