sabato 12 aprile 2014

Monteverde sotterranea

Frank Sheldon (a cura di)


Stralci e notizie da 
- Philippe Pergola, Le catacombe romane, Carocci, 1997
- Leonella de Santis - Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Newton Compton, 2005


Catacomba di San Pancrazio (o di Ottavilla)
Piazza San Pancrazio 5d

Sotto la chiesa attuale di San Pancrazio, dalla quale si accede alla catacomba, sono stati rinvenuti i resti di una via antica (clivus Rutarius in agro Fonteiano, diverticolo dell'Aurelia Vetus ... tre colombari datati al I secolo d. C. e un puticulum.

La catacomba è giunta a noi in non perfette condizioni: le gallerie sono per lo più devastate e la visita è ridotta al minimo. Il cimitero ipogeo è distinto in tre regioni principali.

1. La prima regione è posta al di sotto del transetto sinistro della sovrastante basilica e dietro l’abside, e vi si entra dall’entrata originale posta nella navata sinistra. Questa regione fu visitata nella prima metà del secolo scorso da padre Fusciardi.

2. Nella navata di destra una botola conduce alla seconda regione cimiteriale, che si estende sotto il piazzale antistante la basilica. In questa regione sono visitabili:

- il cubicolo di Botrys, dal nome del defunto ivi sepolto: la curiosità di questa sepoltura è il fatto che nella lastra sepolcrale Botrys dichiara di essere un christianós, espressione poco frequente nei cimiteri cristiani;

- il cubicolo di San Felice, che risale alla fine del III secolo e gli inizi del IV, decorato in stile lineare rosso, con elementi tratti dal mondo marino (navi e pesci);

- il cubicolo di Santa Sofia, ove è posto un arcosolio intonacato di bianco con quattro sepolture, che si ritiene appartengano alla martire Sofia e alle sue tre figlie.

3. La terza regione si estende sotto il convento. In essa sono dominanti i cristogrammi costantiniani, cosa che porta gli studiosi a ritenere che questa parte del cimitero ipogeo sia sorta nel IV secolo.

I martiri

San Pancrazio. Che la legenda Sancti Pancratii fosse famosa lo si deduce dal fatto che viene riportata nei cataloghi storici dei santi di tutti i secoli. Di essa abbiamo due famose epitomi: quella di Pietro de Natalibus nel Catalogus sanctorum e la Legenda Aurea di lacopo da Varazze. La Legenda aurea ricorda S. Pancrazio descrivendone la vita e il culto; il racconto concorda sostanzialmente con quello pervenuto fino a noi. Ciò va a conferma del fatto che la tradizione dei testi dopo l’iniziale periodo di fluttuante formazione è rimasta fedele nei secoli. Ascoltiamone il racconto, in una brillante traduzione moderna:

"Pancrazio era di origine nobilissima. Perse i genitori in Frigia, e fu lasciato sotto la tutela dello zio Dionisio. Rientrarono tutti e due a Roma, dove avevano vasti possedimenti. Proprio in quella zona si stava nascondendo, con i suoi fedeli, il papa Cornelio. Dionisio e Pancrazio ricevettero da lui la fede. Dionisio più tardi morì in pace. Pancrazio invece fu catturato e portato al cospetto dell’Imperatore. Aveva allora circa quattordici anni. Diocleziano gli disse: Ragazzetto, stai attento, che rischi di morire male. Tu sei giovane, ed è facile che ti ingannino; sei di famiglia nobile, e sei stato un caro amico di mio figlio. Voglio da te che tu lasci perdere questa pazzia, e ti considererò come uno dei miei figli.

Pancrazio rispose: Anche se il mio aspetto è quello di un ragazzo, il cuore che ho in petto è quello di un uomo maturo. A noi cristiani, per virtù del mio Signore Gesù Cristo, la vostra prepotenza fa paura ne più ne meno che questi dipinti che noi vediamo. I tuoi dei, quelli che mi vuoi spingere ad adorare, sono degli impostori; si stupravano tra fratelli, e non risparmiavano neanche i genitori: se tu vedessi far cose simili ai tuoi servi, li faresti subito uccidere. Mi stupisco anzi come tu non ti vergogni ad adorare dei del genere.

L’imperatore, sentendosi battuto dal ragazzo, lo fece decapitare lungo la via Aurelia; era attorno all’anno 287 dopo Cristo. La senatrice Ottavilla fece seppellire il suo corpo".

Il culto di San Pancrazio, frigio, crebbe durante il VI secolo. È onorato come protettore contro i falsi giuramenti.



Artemio e Paolina. Sono ricordati dalla Passio SS. Petri et Marcellini. Forse padre e figlia di Candida. Ipotizzata tomba di Paolina nella cosiddetta regione m del sepolcreto.

Sofia e figlie. Figure forse leggendarie il cui luogo di venerazione è nella regione k del sepolcreto.

Catacomba di San Calepodio
Via del Casale di San Pio V, 15


Il 14 ottobre 222 Papa Callisto veniva sepolto nel cimitero denominato 'al III miglio della Via Aurelia": è quanto riporta la Depositio martyrum, il documento più antico (336 d. C.) sulla deposizione degli eroi della fede.

Verso la metà del IV secolo la tomba si chiamerà di Callisto. Il 12 aprile 352 d. C. viene sepolto papa Giulio I (Depositio episcoporum). Solo nel V-VI secolo il complesso funerario assunse la denominazione di Calepodio.

Il cimitero si estende su tre piani di gallerie (Leonella De Santis parla di “due o forse tre piani”), molte delle quali devastate o in pessimo stato di conservazione. Il nucleo più antico è il livello superiore, ove è stata scoperta la tomba di papa Callisto.
Nel sopraterra sono state trovate tracce di un cimitero subdiale e resti di una basilica semipogea, con una grande abside, che alcuni archeologi affermano essere la basilica che papa Giulio I fece costruire in onore del suo predecessore Callisto e nella quale lui stesso fu poi sepolto. Altri invece (Enrico Stevenson) pensano che tale basilica si debba identificare con alcune strutture del Casale di San Pio V.
Callisto I

I martiri

Callisto I (Papa dal 217 al 222). Ebbe molti avversari tra i cristiani dissidenti di Roma, e proprio da uno scritto del capo di questi cristiani separati, un antipapa, abbiamo quasi tutte le notizie sul suo conto, presentate però in modo tendenzioso. Vi si legge che, prima di diventare papa, era stato schiavo e frodatore. Fuggito in Portogallo, venne arrestato e ricondotto a Roma, dove subì una condanna ai lavori forzati nelle miniere della Sardegna. Tornato a Roma in occasione di un'amnistia, venne inviato ad Anzio. Papa Zeffirino, però, lo richiamò a Roma, affidandogli la cura dei cimiteri della Chiesa. Iniziò così lo scavo del grande sepolcreto lungo la via Appia che porta il suo nome. Alla morte di Zeffirino, Callisto venne eletto papa. Ma il suo pontificato attirò le inimicizie di un'ala della comunità cristiana di Roma che lo accusò, falsamente, di eresia. Il riscatto definitivo su questa figura controversa venne dal suo martirio. Callisto, infatti, fu gettato in un pozzo di Trastevere, forse in una sommossa popolare contro i cristiani nel 222.

Quattro cose resero in maniera particolare glorioso il pontificato di S. Callisto: la Basilica di Santa Maria in Trastevere, il digiuno delle quattro tempora, il Cimitero detto di S. Callisto nella porta Appia, oggidì porta San Sebastiano, ed il luminoso di lui martirio.

Giulio I (Papa da ? al 352). A Roma nel cimitero di Calepodio al terzo miglio della via Aurelia, deposizione di san Giulio I, papa, che, durante la persecuzione ariana, custodì tenacemente la fede nicena, difese Atanasio dalle accuse ospitandolo durante l’esilio e convocò il Concilio di Sardica.

Calepodio. Dubbio se tale Calepodio fosse il proprietario del terreno o un martire vero e proprio. Nella Passio dedicata a Callisto si legge che Calepodio "un anziano presbitero, venne arrestato, ucciso e gettato nel Tevere il primo maggio. Il suo corpo, raccolto da alcuni pescatori, venne consegnato a Callisto il quale lo seppellì nella necropoli della via Aurelia".


Ipogeo sotto la chiesa di S. Onofrio al Gianicolo


Si tratta di poche gallerie, oggi inaccessibili, che costituiscono gli scarsi resti di un cimitero in origine piuttosto vasto ed esteso almeno su due piani; l'ingresso era forse posto a nord est delle gallerie superstiti su un presunto diverticolo dell'Aurelia Vetus. All'epoca della scoperta fu datato tra il III e il IV secolo.


Ipogeo cosiddetto di Scarpone
Via di San Pancrazio 15

L'ingresso attuale a questo ipogeo è moderno; la scala originaria era forse a nord est, oltre una grande frana che oggi impedisce l'esplorazione di quella parte dell'ipogeo ...

Il cimitero si sviluppò per buona parte del IV secolo; la totale assenza di elementi cristiani fa supporre che si tratti di un ipogeo privato pagano successivamente collegato a una rete di gallerie forse cristiane.


Ipogeo anonimo di Villa Pamphilj

Ipogeo a una quota superiore a quello di Scarpone.

Si notano segni di allargamenti successivi, forse in età tarda, uno dei quali raggiunse l'ipogeo di Scarpone. Le pareti ... sono intonacate, forse per mascherare la cattiva qualità del tufo.

Tracce di un sepolcreto pagano nel sopratterra portano a supporre che l'ipogeo costituisse l'appendice sotterranea di un mausoleo oggi scomparso.


Cimitero dei santi Processo e Martiniano (non identificato)


Il Predestinatus, un lavoro composto nella metà del V secolo, ci dice che all'epoca dell'imperatore Eugenio l'Usurpatore, un tertullianista si era finto prete con l'obiettivo di istituire una scuola ispirata al pensiero del grande apologista presso il locum di Processo e Martiniano; non è chiaro se con questa espressione l'autore intendesse indicare un cimitero oppure una basilica. Il motivo della suddetta finzione era stato determinato dal fatto che i due, Processo e Martiniano, che erano fratelli, erano ritenuti dei tertullianisti d'origine frigia ... Nella prima metà del VI secolo cambia la leggenda agiografica e chi scrive gli atti dei due santi li trasforma in carcerieri di San Pietro presso il Carcere Mamertino. Qui sarebbero stati convertiti e battezzati. Avendo rifiutato di sacrificare agli dei davanti ai giudici del tribunale romano, furono torturati e decapitati sulla via Aurelia presso un acquedotto [probabilmente il 2 luglio] ... Quest'ultimo scritto, benché popolare, sembra leggendario.

La sepoltura non doveva distare molto da San Pancrazio poiché, secondo la Notitia ecclesiarum, in un ideale itinerario vien dopo il sepolcreto pancraziano.

Secondo lo studioso E. Stevenson il cimitero deve identificarsi con quello anonimo di Villa Pamphilj.


Cimitero anonimo di Villa Pamphilj
Via Aurelia Antica 3


Questa piccola catacomba è stata rinvenuta con la maggior parte delle tombe violate.

Si trattava di un cimitero comunitario che cadde gradualmente in disuso fino alla seconda metà del IV secolo quando solo un ristretto gruppo di fedeli continuò a usarlo per seppellire.


Cimitero dei due Felici (non identificato)

Il Santiario ad duos Felices [secondo A. Silvagni] costituisce un enigma storico archeologico, mentre un altro studioso, H. Delehaye, lo bolla come un'intrigatissima questione agiografica.

Effettivamente in antico almeno tre papi pontificarono con questo nome, ma nessuna delle informazioni che abbiamo fa coincidere la loro persona con un potenziale pontefice sepolto nel suddetto cimitero ... Felice I (269-274) venne sepolto nella cripta dei Papi a San Callisto sulla via Appia. L’antipapa Felice II (355-365) ... non è annoverato tra i pontefici e il papa Felice II (III) salì al soglio pontificio nel 483 e morì nel 492 quando ormai, di norma, non si seppelliva più in catacomba.


Due Cimiteri presso la vigna Franceschini e la villa Pamphilj

Il cimitero sembra essersi sviluppato maggiormente nell'ultimo venticinquennio del IV secolo; le gallerie verso sud, che miravano a raggiungere un pozzo, furono poi progressivamente abbandonate. Nei pressi si trovava una cisterna non occupata da sepolture.

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