giovedì 22 agosto 2013

La forza delle cose


Giovanni Starace, Gli oggetti e la vita
Donzelli, pp. 250, euro 17,50
 
Enza Bertoni
Il bastone, le monete, il portachiavi,
la docile serratura, i tardivi
appunti che non leggeranno i pochi giorni
che mi restano, le carte da gioco e la scacchiera,
un libro e fra le sue pagine l'avvizzita
violetta, monumento di una sera
di certo indimenticabile e già dimenticata,
il rosso specchio occidentale dove arde,
un'illusoria aurora. Quante cose,
lime, soglie, atlanti,bicchieri,chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
cieche e stranamente silenziose!
Dureranno di là del nostro oblio;
non sapranno mai che ce ne siamo andati.
                                     Jorge Luis Borges

E' difficile trovare qualcosa che più di questi versi di Borges, rappresentino l'intensità che ogni oggetto che ci circonda abbia, sia impregnato. E allora? come conciliare la seduzione, la leggerezza, l'intera realtà che ogni oggetto rappresenta con un discorso più intimo? 
E così, accade, che questo librino, attraverso la quotidianità degli oggetti, ci dia una forza vitale che non conosciamo o trascuriamo. C'è il sospetto, però, che il massiccio consumo delle cose, ci renda più soli, ci trasformi in oggetti, capovolga la nostra interiorità, in esteriorità.
Se un tempo gli oggetti ci davano una fonte di affettività oggi non riusciamo più a fare esperienza, per una overdose di cose. Leggendo questo saggio di Giovanni Starace, non si può fare a meno di attribuire una forza provvidenziale ed elettiva agli oggetti posseduti, a ciò che realizziamo attraverso le cose, a ciò che costruiamo per tutta la vita e ciò spiega anche l'insopprimibile desiderio di possederne altre.
Agli illusori fondamenti di ciò che le cose ci danno, corrispondono momenti di esperienze difficili, quali la ricerca di una identità personale.
Dice Starace : "l'intimità e il possesso sono la condizione necessaria per rinforzare un'altra qualità ancora dell'oggetto: la funzione di sostegno narcisistico".
Le cose, gli oggetti, ci portano il desiderio di un'evasione, di "navigare".
Ma, al di fuori di queste considerazioni è vero che: "Quel vuoto persistente, che solo a tratti sembra riempirsi, ha bisogno di essere costantemente colmato. Un mondo di cose che ha una profonda incidenza sulle energie psichiche soggettive".
Nelle nostre case, stratificate nel tempo, si allacciano presente e passato, cose piccole ma drammaticamente enormi, che segnano la nostra vita, che fanno ritrovare noi stessi in alcuni momenti, che provocano emozioni forti e ci dimostrano come si possa trovare rifugio e serenità, o inquietudine.
Un viaggio attraverso le cose che ci circondano, cercando protezione, affetto, o dolore.
Le cose ci fanno confrontare con noi stessi, ci fanno vedere le  crepe, le spaccature del tempo, anche se noi vorremmo chiudere gli occhi e non occuparci del nostro passato, del nostro presente.
Gli oggetti sono i veri protagonisti della nostra vita, la scoperta del nostro quotidiano.

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