giovedì 30 maggio 2013

Ragazzi in fuga (dai libri)

A poche ore dall'avvio della Tribù dei lettori, in programma a Villa Borghese da oggi a domenica 2 giugno (con la partecipazione, quest'anno, di Monteverdelegge), proponiamo un articolo appena uscito sul Bo, il magazine online dell'università di Padova, e dedicato soprattutto alla situazione dell'editoria per l'infanzia. Ma i dati purtroppo non sono confortanti, a dimostrazione dell'importanza di tutte le iniziative che accostino bambini e ragazzi al piacere della lettura.
Cristina Gottardi
Come ogni anno, arriva puntuale da Nielsen l’analisi del mercato del libro in Italia, che fornisce le tendenze in atto nell’editoria italiana. Il contesto non è dei più favorevoli: il Global consumer confidence (che misura la fiducia dei consumatori on line considerando lo stato delle loro finanze personali e la loro propensione di spesa) registra una flessione del 7% in Italia rispetto al quadrimestre precedente, un dato comunque migliore del -9% della Francia e del -11% della Grecia, ma peggiore di altri paesi europei. Un contesto generale in cui il vecchio continente risulta in crisi di fiducia, mentre non sorprende trovare tra i paesi più positivi le economie emergenti di Cina, Brasile, Indonesia, Filippine, India, Malesia. 

In questo quadro è forse normale che, in un paese come l’Italia dove già si legge poco, cali anche l’acquisto di libri, sia in termini di numero di volumi (101 milioni nel 2012 contro i 109 del 2011) che di fatturato. Cresce inoltre l’acquisto via internet, che spesso consente un risparmio rispetto al prezzo di listino, e cala quello nei negozi fisici, che si tratti di librerie, catene o grande distribuzione (che cresce per numero di volumi ma cala in termini economici). Si afferma una progressiva predilezione per il paperback e i prezzi medio-bassi.
Si compra meno, insomma, e si compra generalmente fiction, un genere che sfiora il 40% degli acquisti. Tra tutti i generi in calo (tra cui saggistica generale, specialistica, e “pratica”) la narrativa è quella che perde meno terreno. Apparentemente unico settore in crescita è quello per ragazzi, in cui i dati complessivi mandano segnali contraddittori. Le analisi Bookscan della Nielsen, che raccoglie i dati direttamente dai punti vendita,  dichiarano un +6% nel numero di volumi venduti per “bambini e ragazzi”, dove sono i piccoli da 0 a 5 anni a trainare il mercato e registrare la crescita maggiore, mentre restano stabili i segmenti 6-9 e 10-13 anni.
Per avere le idee più chiare sull’editoria per ragazzi occorre però consultare anche gli altri rapporti pubblicati sul sito dell’Associazione italiana editori. Due in particolare sono stati presentati all’ultima fiera del libro di Bologna e indicano come con l’età diminuisca nei bambini la propensione alla lettura. Il 63,3% dei bambini di 2-5 anni “legge” (e colora o sfoglia) almeno un libro non scolastico ogni anno, un dato che scende al 54,3% durante la scuola primaria per risalire al 60,8% alle medie e riscendere infine al 52,4% dopo i 18 anni. Contestualmente, esplode l’uso quotidiano del pc (dal 53,1% della fascia d’età 6-10 all’80,6% della fascia 11-14) e di internet. Come dire: i bambini si avviano al libro da piccoli ma la mancata crescita dei nuovi lettori influenza anche le dinamiche del mercato: un terzo della produzione dei libri per bambini è destinata ai piccoli di 3-4 anni, meno del 10% ai bimbi di 9-10 anni e meno del 5% alla fascia 11-13. Ai classici per ragazzi è destinato solo il 3,9% dell’intera produzione e ai classici per la scuola un desolante 1,5%.
Il rapporto sulle biblioteche scolastiche ci informa che il 42% dei ragazzi in età scolare legge solo libri scolastici, e d’altronde in media una scuola su dieci non possiede una biblioteca, e per quelle che la possiedono il numero medio di libri per studente è 4,7. Ancora una volta, pochi libri e poca spesa: 0,001% del totale della spesa scolastica italiana, con una media di 2.000 euro nelle scuole superiori e meno di 1.000 nella scuola dell’obbligo (rispettivamente 859 alle elementari e 607 alle medie). Proprio quando vanno formate le generazioni di futuri lettori.

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