domenica 21 settembre 2014

La poesia della domenica - Friedrich Schiller, La spartizione della terra

Una poesia semplice: è il dialogo fra due sconfitti, il dio supremo della grecità, Zeus, in atto d'abdicare a favore degli uomini, e il poeta, suo spirituale cantore. 
È una resa al mondo e alla volgarità, il dileguarsi di un'epoca eroica e devota al culto della bellezza.
Il poeta, estraneo alle cure terrene, arriva tardi alla divisione: 'Dov'eri mai quando si spartì il mondo?', chiede il dio. 'Con te, disse il poeta, io stavo'. Da qui l'invito finale del nume all'artista ('Se tu con me vuoi viver nel mio cielo,/Quando verrai per te rimarrà aperto') che inclina la composizione a una calma malinconia.
I temi anticipano il Decadentismo; lo svolgimento, però, è privo di languori e ombre: nitido, luminoso, composto; classico.



Prendete il mondo! Disse Zeus dalle sue cime,
Agli uomini, prendete, sarà vostro.
Ve lo dono in eredità e in legato eterno,
Spartitelo però come fratelli.

Allora ciò che ha mani si affretta a sistemarsi,
Giovani e vecchi, tutti si affaccendano.
Il contadino colse i frutti della terra,
Il gentiluomo andò a caccia nel bosco.

Prende il mercante quanto sta nei magazzini,
L'abate sceglie il vino nobile invecchiato,
Il re mette barriere a ponti e strade,
E dice: la decima è mia.

Tardissimo, da tempo ormai si era spartito,
Giunse il poeta, veniva da lontano,
Ma ovunque non c'era più nulla in vista
E tutto aveva il suo padrone.

Povero me! Così fra tutti solo io
Sarò scordato, il tuo figlio più fedele?
Così risuonò alto il suo lamento
Ed egli si prosternò al trono di Giove.

Se tu indugiasti nella terra dei sogni,
Rispose il dio, con me non lamentarti.
Dov'eri mai quando si spartì il mondo?
Con te, disse il poeta, io stavo.

Il mio occhio era attratto dal tuo volto,
Il mio orecchio dall'armonia del cielo tuo.
Perdona allo spirito che, dalla tua luce inebriato,
Smarrì ciò che è terreno!

Che fare! Disse Zeus, già preso è il mondo,
Non son più miei l'autunno, la caccia e il mercato.
Se tu con me vuoi viver nel mio cielo,
Quando verrai per te rimarrà aperto.

da Poesie filosofiche, 2005 (Traduzione di Giovanna Pinna)

Nessun commento:

Posta un commento