mercoledì 7 ottobre 2015

Mondazzoli? Poche storie, il monopolio è già fra noi

G. Luca Chiovelli

E cosi la Mondadori ha comprato la Rizzoli.
Sempre che l'Antitrust non decida diversamente.
Ma qual è, in verità, il ruolo dell'Antitrust? Quello dell’invitato al matrimonio che, quando il prete biascica, stremato dalla consuetudine: “Se qualcuno ha qualcosa da dire parli o taccia per sempre”, se ne sta ben zitto; d’altronde tutti gli altri invitati (e il prete e gli sposini) vogliono solo una cosa, altro che obiezioni: il maledetto sì, se non altro per farsi una mangiata e sfilarsi le scarpe troppo strette sotto il tavolo.
L'Antitrust, perciò, sono sicuro, s'acconcerà all’unione (magari lagnandosi un po’ a rate, giusto per darsi un tono).
E così abbiamo il “grande gruppo monopolista” dell'editoria.
Il 35-40% di concentrazione nelle mani di un unico soggetto.
Sorbole!
Reazioni diffuse delle anime belle: piagnistei, piagnucolii, vergini violate, vergini violati, indignazioni, spetezzi libertari, stracciarsi di tuniche da Tempio di Gerusalemme.
Il 35-40%.
A dir la verità l'entità della percentuale mi ha un pochino deluso.
Credevo si trattasse di almeno il 70-80%.
Il 35-40 %, secondo me, è percentuale non congrua al cretinismo della società italiana attuale.
Mi spiego.
In una società, quella italiana del 2015, ormai anestetizzata, zombificata, devitalizzata, rintronata, senza passioni, irrilevante nel contesto internazionale, egemonizzata da mezze tacche intellettuali, in uno stato di vivacità cerebrale prossima non alla morte, già sopraggiunta, ma al disfacimento e alla putrefazione - in tale società, dicevo, il 40% di monopolio editoriale significa un grado di libertà di cui gli Italiani (gli zombi, idioti, cretini, ottusi, zotici e fessi di cui sopra) non sanno che farsene.
Il 35-40% significa che il 60% non è ancora sottoposto al monopolio del male ... 
Per come siamo messi, invece, la Mondadori dovrebbe raggruppare almeno il 90% del mercato editoriale; solo il 90% - una situazione di vero mono-polio - rispecchierebbe con assoluta fedeltà l'asfissia terminale della nazione.
Il monopolio lo permettiamo noi col nostro comportamento.
Il monopolio è l’espressione della nostra impotenza.
Ragionate: con la libertà, noi, che ci facciamo?
Esaminiamo tale ristretto ambito: libri giornali distribuzione; cultura, insomma.
Sappiamo ormai come funziona il gioco.
Non esiste in Italia un dibattito qualsivoglia; una linea alternativa a un vago pensierino unico; un dissenso; un non serviam; un no pronunciato con forza: siamo come quei nobili da restaurazione de La Certosa di Parma che si pregiano d'essere illetterati per non essere tacciati di ansie rivoluzionarie; il cinema e il teatro vivacchiano di sussidi; i giornali non esistono più; la televisione fa ribrezzo; la scuola è in dismissione, l'università non si sa più cosa sia. Abbiamo abolito il passato, non lo comprendiamo più, ci è estraneo; le vendite dei libri sono a picco così come il numero effettivo dei lettori (che si aggira, sono benigno, sul 15-20%) tanto che alcune nobili istituzioni sono costrette a taroccare i dati per farsi belle. I musei sono semivuoti, le aree archeologiche abbandonate, sugli affreschi etruschi delle camere ipogee di Cerveteri fiorisce incontrastata la muffa. Sulla musica posso testimoniare personalmente: pochi ci conoscono, nessuno ci stima a pieno: siamo irrilevanti; emergono realtà thailandesi, neozelandesi, brasiliane, calmucche, ma l’italianuzzo, piccolo, microscopico, provinciale e bamboccio non se lo fila nessuno.
Personaggi di rilievo internazionale non ne abbiamo.
Viviamo una sorta di autarchia del nulla.
Scambiamo per vette innevate dei cumuli di merda.


La destra e la sinistra culturale (coi loro rispettivi esponenti un tanto al chilo) si acconciano allo realtà, barcamenandosi fra la mammella statale (RAI, premiuzzi letterari, finanziamenti a pioggia: c’è ancora da succhiare lì) e il mecenatismo berlusconiano.
È il patto del Nazareno, insomma, esteso a tutta la penisola, a qualsiasi livello: utenti, cittadini, autori, intellettuali.
Una resa così devastante al dio flaccido dell'ignavia non s'era mai vista.
Per questo dico: il 35-40% è ancora poco.
Una superMondadori guidata da Concita De Gregorio e Barbara D’Urso, che fagociti tutto (il 100%), non cambierebbe d'una virgola la situazione culturale della nazione, anzi, come detto, non farebbe che ricalcare con fedeltà la morte cerebrale del cuore dell’Europa.
Una SuperMondandori renderebbe persino tutto più chiaro, e ci libererebbe, per di più, dai fastidiosissimi belati degli antiberlusconiani.
Perché, se non l’aveste ancora capito, per qualche anima bella è ancora colpa di quel despota di Berlusconi. Ah, Berlusconi, questo nome antico che ancor risuona sì dolce... il Berluska, il cattivaccio, il caprone espiatorio ... i girotondi, il conflitto di interesse, l'occupazione della RAI, l'editto bulgaro ... oh oh oh, cosa mi ricordo: l'editto bulgaro ... che bei ricordi ... la nostalgia di quei momenti di abissale stupidità vela subito il mio occhio con salse lacrime ... flow my tears ...
Vi rendete conto? Per qualcuno l'Italia era ed è nella merda per colpa del monopolista Berlusconi ...
Va da sé che i più solerti nell'antiberlusconismo (quali alibi per le loro colpe) sono, di solito, quelli che prendono i soldi da Berlusconi ... o quelli che il potere editoriale di Berlusconi ha reso personaggi di prima grandezza ... in Italia of course ... all'estero i loro parti letterari son carta da riciclo ... però questi ancora parlano, e discettano, e cianciano, e parlano parlano parlano ... gente che da una vita si sostenta con le tasse dei contribuenti tutti, o degli ignoranti di Italia 1, o degli spin doctors della Einaudi è ancora lì a fare le barricate ... le barricate a Berlusconi! Oh, vergogna, dov'è il tuo rossore ...
Certo che i Berlusconi (Marina o Silvio) di risate se ne fanno tante ... me li immagino mentre compulsano distratti le lagnanze liberali di questi cialtroni ... hai sentito Marina che ingrati, gli fa Silvio ... e giù risate ... almeno da parte di Silvio ... Marina, quella, non ride mai, e manco parla; è una donna prudente: non sia mai che, nelle more del cachinno, si sganci qualche allaccio sottocutaneo ... sarebbe il patatrac ...
Ma le prefiche sinistre debbono recitare ancora la loro parte da guitti: è la concentrazione editoriale, la fine-di-mondo, la dittatura ... come no, sicuro ... e il Premio Strega chi ve lo fa vincere, minchioni?
Ma sono, appunto, guitterie ...  figuriamoci se questi credono a qualcosa ... alla pagnotta di sicuro. Pure quelli di destra: credono a qualcosa loro? Ammesso che esistano ... chi c'è a destra? Massimiliano Parente? Parente è di destra? Se all'Action Française avessero presentito tali discendenze si sarebbero suicidati in massa.

E poi entra in scena anche la politica.
I politici italiani hanno nel sangue il sadismo proprio degli psicopatici ... inscenano la consueta, ignobile manfrina ... Mondazzoli è una spartizione di potere, nulla più, eppure questi devono recitare per quei quattro fessi ancora da imbonire.
La recitano male, la manfrina, ma agli italioti queste mossette da filodrammatica di periferia bastano e avanzano. Non solo, ma agli italioti-anime belle la manfrina serve per sgravare la coscienza e autoassolversi. Ecco, ai massimi livelli, fra Ministro e Caporione del Governo la manfrina sulla Mondadori cattiva:
1.El Ministro de la Cultura si dichiara un zinzinello preoccupato per il mercato del libro.
2.El Comandante de Florencia invece no: no estoy preocupado, dichiara. Seppur condivido, continua, ghignando sotto i baffi da caballero, la grave preoccupazione del compañero Ministro de la Cultura.
3.El Ministro de la Cultura, dal canto suo, trattenendo una risatina, replica che entiende mucho la comprension del Conducator de Florencia, suo collega di governo, il che gli rende l’animo un poquito meno preoccupato di prima, seppur – lo ammette - un filo de preocupacion la tiene ancora - preocupacion che gli roer en el interior.
4.Ma El Comandante de Florencia asegura todos que la situación está bajo control: tutto è sotto controllo. Nulla di cui affliggersi.
5. El Ministro, di fronte a tale rassicurazione, se mette el corazon en paz: todo bien.

E finisce lì. Missione compiuta. La pantomima a uso dei gonzi è fatta, ora il parco buoi può tornare a dormire; non si disturbino i manovratori.
Per loro (Ministro e Caporione) vale l'immortale frase di Tex Willer, recitata all'apparizione del cattivo di turno, circondato dai propri scagnozzi: "Toh, si alza il sipario ed entrano i pagliacci".
D'altronde di cosa devono preoccuparsi? Son tutti d'accordo: Berluska, El Conducator, El Ministro de la Cultura, nonché i sopraccitati scrittori, intellettuali e operatori del settore.
L'unico cruccio degli scrittori e intellettuali italiani non è certo il monopolio berlusconiano e la morte della nazione, di cui non gli frega una beneamata mazza, al pari di letteratura, arte, scuola, cultura, monumenti; così come gliene frega assai poco dei poveri, delle commesse e dei guardiani notturni. No, l'unico cruccio sono i dissidi interni per il potere.
La sistemazione alla RAI dei cespugli di centro, ad esempio. Qualche strapuntino agli altri volonterosi. Un posticino ai musei, ai giornali per il vecchio riciclato o trombato forzista o casinista o finiano che tanto ha dato alla nazione.
A sinistra (la parte del leone) ci si scanna fra la sinistra istituzionale e la sinistra-sinistra: vinceranno i paludati del PD-CGIL o gli sbarazzini Vendola Landini e frattaglie comuniste assortite? Questo il busillis. Nanni Moretti o Claudio Caligari? Alessandro Gassman o Ascanio Celestini? Margherita Buy o Emma Dante? Sono scontri epici ... El Comandante de Florencia e Berluska, affacciati al balcone, si scompisciano.

E il maggior intellettuale italico vivente? Che fa, quello? Parla?
Macché, quello redige dispense divulgative per Repubblica.
L'Italia crepa, il Medio Oriente s'infiamma, gli imperi declinano, il sacro muore, la disoccupazione mondiale s'avvia a strutturarsi definitiva e irreversibile, la Costituzione è ormai ex, il patrimonio artistico e paesaggistico si sbriciola, e quello? Si produce in ben due memorabili j’accuse:
1. gli utenti dei social network sono dei minus habentes
2. gli Italiani sono dei cafoni perché non danno del Lei
Sorbole!

Vedete bene che se queste sono le vette, il 35-40% riflette poco dell'attuale situazione; la Mondazzoli, insomma, deve darsi da fare per stare al passo colla spaventevole piattezza, con la corruzione e il micidiale conformismo della scena culturale del Belpaese ... non si può che richiedere, perciò, uno sforzo supplementare ai monopolisti ... si accaparrino almeno il 70%, dai ... suvvia ... questa piccola e media editoria, ad esempio, che ci sta a fare? La verità, signori, dalemianamente, DICIAMOCELA: a che serve la piccola e media editoria? A riunirsi una volta all'anno a Roma in uno dei convegni più squallidi, nichilisti, anempatici, antiletterari che si ricordi a memoria di amante della letteratura? A che serve? A pubblicare libercoli di Ayurveda? Saggi sul sindacalismo nella bassa parmigiana fra 1910 e 1922? Le memorie del lattaio di Virginia Woolf? Le avventure di Birillo, cane arzillo? L'orgasmo tantrico nel Medioevo birmano?
Spazzatela via ... Bomb 'em all ...

E anche le piccole e medie librerie ...  a che servono? Elena Ferrante me la compro in un megastore con lo sconto ... anzi, la ordino su Amazon con un doppio sconto e bacio editoriale ... c'è bisogno di traversare il traffico della città per andarsi ad accattare una brossuraccia che poi, forse, manco si trova, e tocca pure ordinarla? ...  e poi, quando arriva, occorre rimettersi in marcia e riattraversare l'inferno ... per non parlare delle altre noie: la socializzazione, il rapporto umano coi librai ... inciampi che col digitale non si hanno più … per tacere degli spicci di resto ... perché il piccolo libraio, che suda sotto la pressione dei megastore, Amazon, Equitalia, e dei distributori bastardi, alla fine, per fidelizzarti, ti ha fatto lo sconticino all'osso del 10% .... su 17 euri ... e quindi, alla fine della fiera, gli dobbiamo soli 15,30 euri ... eh, questi trenta centesimi ... niente, non si trovano .... ci si fruga convulsi e scoglionati - ma col sorriso - nelle tasche dei pantaloni, della giacca, della camicia, si fruga nel borsello, nella borsa, nel salvaspicci ... non fa niente non fa niente ... ma no, è il principio ... il principio ... e intanto si pensa: ma porca m ... ma se me ne stavo davanti al computer con la carta di credito a quest'ora già me lo stavo già a legge er maggico libro della pretendente al Nobel Elena Ferrante (assieme al nostro maggiore intellettuale) ... e, mentre cliccavo sull’ordine, davo pure una spizzata a met-arti.com ... e invece ... ah eccoli! Eccoli! Lo dicevo io ... dieci, venti e trenta ... no, il pacchetto non serve, grazie ... una bustina, magari ... arrivederci! E grazie! Arrivederci! E mi raccomando ... resistete ... sì, resistete ... piccolo è bello ... piccolo è libertà ... questo il segreto ... ah, i piccoli librai la piccola editoria ... le buone piccole cose di una volta ... arrivederci! Arrivederci! ... ma chi ce torna più ...

Il monopolio e la dissoluzione sono fra noi, cercate di intendere ...
Quando una nazione subisce senza fiatare, senza alcuna dimostrazione di vitalità, lo stravolgimento della Costituzione e della propria storia, la devastazione della bellezza, l'umiliazione dei migliori, è già pronta per il servilismo di massa, altro che Mondazzoli.
Di quale scandalo parlano questi libertari alle vongole, questi ipocriti?
Gli eventi politici ed economici e, in tal caso, editoriali, lo ridico per quelli che hanno la cervice di ferro, non sono che prese d’atto dell'orribile conformismo già in atto e di cui noi tutti (con diversissimi gradi di responsabilità, però) siamo complici.
A questo stato di cose nulla può opporsi. Anzi, per citare Massimo Cacciari: occorre favorire il male e la dissoluzione, non ritardarli. Solo quando il male, la dissoluzione e lo schifo saranno dispiegati alla massima potenza qualcuno di noi, forse, avrà la voglia e la forza di tentare di rovesciare il tavolo (anche perché non ci sarà nulla da perdere).

Ad minora!

1 commento:

  1. Di sicuro ho capito che vorrei tanto ecrivere così come in questo post. Non ci riuscirò mai, poiché è zeppo di citazioni, riferimenti e concetti che può maneggiare solo chi respira continuamente "cultura", io no.
    Nel merito come non concordare. Almeno, su quello che ho capito concordo. Di fatto il monopolio è instaurato da tempo, e come tutti i monopoli non porterà nulla di buono. Le percentuali del 30/40% non significano niente, e mi sembrano come le emissioni dichiarate certe auto. Alla fine, il peso editoriale che ha avuto Mondadori da sola, di fatto, non può essere stato inferiore al 50%. Insieme a Rizzoli, lasciamo perdere..
    Di sicuro, ho capito, che i lettori piangeranno..

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