sabato 4 ottobre 2014

La poesia della domenica - Giorgio Caproni, Show

Più che una poesia è un’arringa senza scampo. D’essa sorprende l’attualità (fu scritta nel novembre del 1983) e, soprattutto, la durezza con cui Caproni coinvolge ogni parte politica (compresi sindacalisti, socialisti, comunisti e loro elettori) - durezza figlia della delusione e del disinganno storico. Come disse lo stesso Caproni in un’intervista del 1988: “Speravamo in una democrazia molto diversa dall'attuale, una democrazia che fosse veramente una democrazia, e non una partitocrazia come effettivamente è oggi”.
È interessante notare come il componimento, pur da rilasciare nel nobile solco dell’invettiva civile letteraria (Dante, Petrarca, Leopardi …), vanti, nel solo decennio degli Ottanta, parallele requisitorie in campo musicale (altrettanto spietate): Io se fossi Dio, di Giorgio Gaber (1980; forse ancor più definitiva) e Povera patria di Franco Battiato (1991).
In Show (forse da intendersi come sciò: toglieteceli davanti) ogni ombra di qualunquismo (o dell’accusa ammodernata di qualunquismo: di populismo) è bruciata dalla precisione delle stoccate e dall’esattezza della diagnosi; da allora nulla è cambiato se non la coscienza degli Italiani, dapprima mossa da una pur vana indignazione, e ora rassegnata a un torpido fatalismo.


Guardateli bene in faccia.

Guardateli.
Alla televisione,
magari, in luogo
di guardar la partita.

Son loro, i <<governanti>>.
Le nostre <<guide>>.
I <<tutori>>
eletti – della nostra vita.
Guardateli.

Ripugnanti.

Sordidi fautori
dell’<<ordine>>, il limo
del loro animo tinge
di pus la sicumera
dei lineamenti.

Sono
(ben pasciuti) i nostri
illibati Ministri.

Sono i Senatori.
sinistri
- i provvidi! – Sindacalisti.

<<Lottano>> per il bene
del Paese.
Contro i Terroristi
e la Camorra.

Loro,
che dentro son più tristi
dei più tristi eversori.

Arrampichini.

Arrivisti.

In nome del Popolo
arraffano (Avanti!
Sempre Avanti!),
capitali – si fabbricano
ville.

Investono
all’estero, mentre <<auspicano>>
(Dio, quanto <<auspicano>>)
pace e giustizia.

Loro,
i veri seviziatori
della Giustizia in nome
(sempre, sempre in nome!)
del Dollaro e dell’Oro.

Guardateli, i grandi attori:
i guitti.

Degni
- tutti – dei loro elettori.
Proteggono i Valori
(in Borsa!) e le Istituzioni …

Ma cosa si nasconde
dietro le invereconde
Maschere?

Il Male
che dicono di combattere? …

Toglieteceli davanti.

Per sempre.

Tutti quanti.

* * * * *

Varianti alternative

riga 14 = 
(ben messi!) i nostri

riga 20 = 
e la Mafia

righe 24-26 = 
In nome del Popolo (Avanti!
Sempre Avanti!), in perfetta
Unità arraffano


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