mercoledì 24 settembre 2014

La macchina macinatesi, ovvero Trappole editoriali per neolaureati ingenui


Maria Teresa Carbone
Siete un giovane laureato e vi state spremendo le meningi per trovare un lavoro che preveda una sia pur minima retribuzione, quando ecco che una mattina, aprendo la vostra casella email, trovate un messaggio diretto proprio a voi, con tanto di nome e cognome, e proveniente da una sigla - Edizioni Accademiche Italiane - della quale con ogni probabilità non avete mai sentito neanche parlare - ma che si definisce «membro di un gruppo editoriale internazionale, che ha quasi 10 anni di esperienza nella pubblicazione di ricerche di alta qualità supportate da noti istituti in tutto il mondo».
Siete sospettosi, ovviamente, ma la vostra situazione precaria vi impedisce di scartare a priori una qualsiasi offerta. E in questo caso la proposta sembra interessante, visto che l'editore in questione «sta pianificando di pubblicare libri proprio nel campo» dei vostri studi e, a farla breve, vi sta dicendo che sarebbe potenzialmente interessato a pubblicare la vostra tesi, individuata fra quelle depositate nell'archivio elettronico della vostra università.
Aspettate, però, prima di dire di sì. Dietro questa proposta apparentemente vantaggiosa si nasconde una vera e propria industria su scala mondiale, già segnalata qua e là anche in Italia (per esempio nel blog Lanzaimer sotto il titolo Editoria predatoria), e più di recente smascherata in un'inchiesta condotta da un giornalista scientifico americano, Joseph Stromberg e pubblicata da Slate).
Dopo avere ricevuto l'offerta di pubblicare la sua tesi da un fantomatico Lap, Lambert Academic Publishing, anch'esso - guarda caso - appartenente a un "top international publishing group", il giovane Stromberg ha infatti deciso di vederci più chiaro, sottoponendosi come cavia al suo stesso esperimento.
Nel giro di pochi giorni ha appreso senza grande sorpresa che la sua tesi aveva passato il vaglio dell'editore e ha ricevuto il contratto: i diritti esclusivi del testo sarebbero passati alla società tedesca da cui dipende il gruppo Lambert (e anche le Edizioni Accademiche Italiane), la AV Akademikerverlag GmbH & Co. KG, di recente rinominata OmniScriptum.
Sarebbero stati loro ad accollarsi le spese di pubblicazione, mentre all'autore del libro sarebbe andato il 12 per cento delle royalties, a patto però di incassare almeno 50 euro al mese per un anno.

Stromberg ha firmato, ma nel frattempo non gli ci è voluto molto per scoprire che alla base di tutto c'è un gruppo editoriale gigantesco, Vdm, cui fanno riferimento oltre cento sigle che pubblicano in decine di lingue, dal francese al lettone, dal cinese al russo, e che non si limitano solo all'ambito "accademico" (in italiano, per esempio, la stessa società produce anche le "Edizioni di Sant'Antonio"). Fondato a Diisseldorf nel 2002 da Wolfgang Philipp Mueller, il gruppo svolge gran parte del suo lavoro nel paradiso fiscale di Mauritius, al largo del Madagascar, anche se ha ramificazioni in moltissimi paesi. Unica, però, la strategia, soprattutto per quanto riguarda le pubblicazioni "universitarie": convincere il maggior numero possibile di neolaureati. a pubblicare le loro tesi allettandoli con una distribuzione planetaria via Amazon, e "persuaderli" a preacquistare un certo numero di copie del loro lavoro con messaggi - testimonia Stromberg - sempre meno gentili. In fondo, una prassi non molto diversa da quella utilizzata da tante case editrici di casa nostra, pronte a far fruttare l'aspirazione di molti giovani, e non solo giovani, studiosi, a esibire il maggior numero possibile di pubblicazioni.
Quello che è differente, qui, è la scala su cui l'operazione è condotta: e con cinquantamila nuovi titoli al mese (tanti ne vanta Vdm), non è davvero una differenza da poco.

Questo articolo è uscito in una versione lievemente differente il 25 marzo 2014 sul quotidiano “Pagina99” con il titolo Il business delle lauree da vendere sul web.

2 commenti:


  1. Inizio conversazione in chat
    17:38
    salve, ho letto l'articolo. anche io sono stato contattato, ma cosa c'è di male nel dire di si? è comunque una pubblicazione scientifica no?

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