venerdì 22 agosto 2014

Eterno Eternit (Dismissione)


Fabio Orecchini
Dismissione
Prefazione di Gabriele Frasca
+ Cd-Audio della band Pane
(Claudio Orlandi, voce; Maurizio Polsinelli, pianoforte; Vito Andrea Arcomano, chitarra; Claudio Madaudo, flautista; Ivan Macera, batterista)
Luca Sossella Editore 2014
 

  Elvira Sessa

Con il suo linguaggio contaminato da poesia, musica e immagini, Dismissione è un'opera che frulla, inquieta, destabilizza. Dedicate alle vittime dell'amianto e alle loro famiglie, le parole poetiche sono racchiuse in quattro paragrafi che rimandano, già nel titolo, alla potenza evocativa e visiva di un progetto fotografico: Lamine Rovine; Corpi Dissepolti; Stadio finale - Elementi di reazione; Breviario di Ecologia Solidale. Parole che affermano e negano, si combattono, sono canto armonioso e grida scomposte, come i protagonisti dell'opera, gli operai traditi dal miraggio di "Madama Eternit", l'"eterno-eternit" che, lentamente e inevitabilmente, screma i loro corpi.
La struttura sintattica e semantica del testo (già edito nel 2010 per Polimata editore) la si coglie fin dal primo paragrafo del libro, intitolato "Lamine Rovine", che si apre con queste parole:
Ho studiato il flusso dei venti.
Aghi ovunque
Sono solo due periodi, al centro di una pagina bianca. Due periodi stridenti l'uno con l'altro, graficamente e semanticamente: il primo è fermato da un punto (Ho studiato il flusso dei venti.), il secondo periodo è privo di segni di interpunzione, quasi a voler rappresentare graficamente l'impossibilità di arginare l'abbondanza di aghi.
Sono due periodi contrastanti anche nel loro significato: "il flusso dei venti" suggerisce sensazioni piacevoli, di morbidezza, armonia, movimento, dà sicurezza perchè può essere studiato, compreso, sperimentato, circoscritto. Il "flusso dei venti" fa pensare alla vita e a chi l'ha generata, al padre e alla madre, agli affetti familiari. Gli "aghi" suggeriscono invece una sensazione di morte: bucano, feriscono. Questi aghi sono ovunque, quasi a segnare un destino ineluttabile che annienta tutta la piacevolezza del flusso dei venti.
Così, nella successiva composizione, intitolata "Polvere", si legge:
Madama Eternit sorseggia un caffè in cucina
mio padre che fuma e indurisce ancora
come grezza materia estrattiva
mia madre la scava coi denti
lo respira.
Anche qui c'è uno spiazzante contrasto: nel calore di un ambiente familiare, nella quotidianità, si insinua la "femme fatale" che annienta le persone più care con la stessa noncuranza e leggerezza con cui sorseggia un caffè.

Il contrasto delle immagini evocate dai versi, vive nel corpo degli operai, divenuti "corpo tecnologico" perchè hanno interiorizzato la materia (amianto) con la quale hanno lavorato, entrata a far parte delle loro ossa, dei loro muscoli e della loro mente ("Quali ricordi. Gesti residui. Anch'essi inevitabilmente/contaminati", si legge in "RSU") così che sono ridotti a "ossa screpolate/ mani bocche piedi occhi, lame."(come si legge in "Sovraesposizioni") e a "scarto di combustioni fossili/ uomo ogiemme" (così in "Diossina").
Emerge nell'opera il percorso di ricerca di Fabio Orecchini sui temi del biopotere e dell'embodiment ossia la somatizzazione della cultura: il corpo entità biologica e insieme fenomeno storico, culturale. Così, la dismissione dell'amianto costituisce anche "una pallida, pratica, necessaria e insufficiente compensazione alla dismissione del fattore umano nel progetto sociale", come osserva Stefano Solventi nella sua introduzione all'album discografico, all'interno dell'opera. "Orecchini, da questo punto di vista, fa una scelta di estrema consapevolezza: le cose della sua generazione vivono del lascito tossico della presunta eternità della merce della generazione che l’ha preceduta", spiega Gabriele Frasca nella prefazione.
La denuncia del dramma dell'asbestosi, comunque, non schiaccia e paralizza il lettore perché, se da un lato Orecchini scrive che "non c'è nulla che possa fermare/ la (ri)produzione dell'ovvio/l'abitudine al male" (così si legge in "Rovine", poesia riferita allo stabilimento Fincantieri), dall'altro evidenzia, forte, il desiderio di riparare i danni, fare, costruire, prevenire. Ciò emerge dalla frase "Voltare pagina." ripetuta, di seguito, per tre volte, in tre pagine bianche e, comunque, dalla scelta di non tacere ma raccontare, attraverso più linguaggi, compreso quello sonoro e visionario dei Pane, e di dare informazioni, dedicando una intera pagina del sito del progetto "Dismissione", ai cenni storici, alla legislazione e ai link informativi sull'amianto, tra cui si segnala quello sulle "mozioni Amianto" presentate alla Camera dei deputati il 9 giugno 2014.

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