sabato 26 aprile 2014

Laboratorio di traduzione: Philip Schultz, "Erranti senza ali. Uno"

Fiorenza Mormile
Con Uno entriamo nel cuore pulsante di Failure, ovvero nel lungo poemetto Erranti senza ali che con le sue quattro parti e le complessive cinquantotto sezioni costituisce da solo la seconda metà della raccolta. In questa prima parte Schultz, nei panni di dog sitter o meglio dog runner per necessità e per vocazione, ci accompagna lungo gli articolati sentieri delle sue peregrinazioni fisiche e mentali. Le quattordici sezioni numerate non seguono un ordine temporale lineare, ma saltano indietro e avanti nel tempo e nello spazio tenendosi al libero fluire dei pensieri e dei ricordi.  L’andamento ritmico presenta una versificazione più nervosa e contratta rispetto alle poesie precedenti, quasi a mimare l’alternanza rapida dei passi.                                       
Schultz riprende la tematica centrale della morte paterna  dilatandola e intrecciandola con la propria storia personale e con quella dell’intera N.Y. ferita dall’attentato dell’11 Settembre.  Vicende cronologicamente distanziate e tuttavia capaci di segnare rispettivamente sul piano privato e collettivo uno spartiacque, un insanabile iato. In Uno vediamo affacciarsi inoltre una diversa declinazione del tema della perdita che troverà nel prosieguo successivi sviluppi: attraverso la figura di Rusty, un cane molto amato avuto in dono dal padre, l’Autore condannerà l’inaffidabilità degli adulti. Servendosi con maestria della giustapposizione Schultz semina indizi e rimandi che pian piano collega in un’unica linea di senso : il proprio cervello bruciato da un elettroshock,  l’incendio delle torri e il fil di fumo agognato da Madama Butterfly nella celeberrima aria. La preferita, non a caso, da suo padre, tradito come la Butterfly dal sogno americano e forse per questo in qualche modo come lei suicida. Ma se tutte queste tragedie rappresentano crolli personali e collettivi rimandando al fallimento del titolo, la via del riscatto è comunque indicata e possibile. Il poemetto presenta una sua dimensione solare e positiva nell’apoteosi dei cani e di quanto affetto e conforto possano offrire ai loro “compagni forestieri”.  Il recinto metallico che delimita l’area cani di Washington Square diventa così una zona franca, privilegiata, dove camminando fianco a fianco i cani si ricaricano e gli uomini si scaricano del fardello di se stessi.
Come non ricordare a questo punto che Monteverdelegge discende dal sodalizio stretto dalle tre fondatrici nei quotidiani incontri a Villa Sciarra proprio in virtù dei rispettivi cani? Potremmo  istituire un gemellaggio tra le due aree verdi, un po’ come tra i comuni denuclearizzati…


Philip Schultz

 
Erranti senza ali



Non c’è alcun dubbio che gran parte dell’attività umana è il risultato di condizioni ignote a chi vi partecipa. -PRISCILLA ROBERTSON

Credere nella possibilità di cercare significa essere sul punto di scoprire qualcosa. Non esserlo significa essere disperati. -WALKER PERCY

Dio creò gli esseri umani perché i cani avessero compagnia.– FREDERICK SEIDEL





UNO



1

Ho in tasca chiavi, multicolori,

versatili, e rivelatorie,

degli appartamenti dei miei clienti,

dove mi aggiro

per le stanze enormi,

siedo ai loro lunghi tavoli,

leggo in studi tappezzati di libri

al bagliore vellutato

delle applique a conchiglia,

mi dondolo davanti alle sontuose finestre,

tamburellando dietro con le dita,

la mente, sempre tra più cose

e diretta da qualche parte

più interessante, a godermi

la diversità umana,

gli echi bisbiglianti

e il piumaggio colorato

dei miei compagni esploratori

così ansiosi di tentare la fortuna,



finché non è ora di portare a spasso

Adolph e Napoleone,

che non hanno mai

una parola sgarbata

da dire su nessuno….



2

Qui

al Village

tutti hanno

una filosofia di raffinata,

fatalistica riluttanza;

l’aria di voler sempre scansare la fatica

e una noia del mondo

squisitamente illecita.

Nell’Upper East Side

li portano in branchi

di otto su per Madison Avenue,

tutti aggrovigliati

e sminuiti,

con tosature da 100 dollari,

dal puzzo di intrigo

e di lillà. Tre cani

è il massimo istinto di zuffa o di fuga

che riesco a governare.

Se porti a spasso cani per campare

diventi inconsistente,

eclissato

da una forza superiore.



Mi piace essere quello

che porta a spasso Mosè,

Eracle e Dylan,

di nessun interesse

per nessuno.




3

La mattina del mio ottavo compleanno

appena sveglio vidi

legato al cancello di casa

il mio primo maestro, un incrocio di collie,

occhi blu ametista,

pelo caramello cipriato,

tutto dorato e fremente,

e Papà , accanto,

raggiante. Lei,

Rusty, era così superiore

che tutti gli altri cani

le correvano al fianco

ingigantita,

fluttuante.



4

Papà vendeva guarnizioni

senza cui le macchine

smettevano di cucire

i cavalli più rifiniti

della regione dei Finger Lakes

nello Stato di New York.

Gli piaceva dire

che aveva cercato di vendere a Dio

una seconda Domenica

ma la Domenica nessuno

compra niente. Quando

gli stava cedendo il cuore

restava seduto sul letto

fissandosi le mani, incapace

di capire perché

fossero così irrequiete.

Dentro le lucide tombe

delle scarpe

ondeggiava indeciso,

le braccia penzoloni,

il petto ansimante,

ogni sospiro fittamente

intrecciato

alle esplosioni

sempre diverse

dei suoi respiri spezzati,

aspettando

che gli tornassero

le forze.



5

L’area per cani del parco di Washington Square

sorge su un vecchio cimitero Indiano

nel bel mezzo

di un carnevale di jogger, babysitter

vocianti, pattinatori in fila

(che pattinano per lo più all’indietro!)

rappresentanti farmaceutici che sussurrano fumo, fumo

un’incursione continua di piccioni scacazzanti

che girano intorno alle stoiche case a schiera,

e ogni volta che il vento

ci passa dentro fischiando,

un torrente di scoiattoli pasciuti

saltella fuori dal

muso zigrinato

dell’antica quercia stregata

sotto cui

amo fermarmi,

immerso nel suo umido

lussureggiante declino, cercando

di strappare schegge

di tranquillità

dall’ombra

del mio cervello scottato,



avvolto

com’è

in un ronzio disperato

di paura.



6

Esattamente un anno fa,

lo scorso 11 settembre

una scarica brillante

di onde di elettroshock

sibilò attraverso

l'etere sorpreso

della rosea elasticità del mio cervello.

Mi svegliai fluttuando

nel reparto psichiatrico del Saint Vincent,

su un fondale roccioso,

una ghianda inerte, sotto

una tenda di lenzuolo, qualcuno

all'altro capo del tempo

cantava l'aria

di Madama Butterfly

come doveva essere cantata.



È così che

ci si sente da morti,

mi chiesi,

un falso alleluia,

turbinare, guizzare

e traboccare,

non cercare più

di essere qualcosa

in più o in meno di

un inizio,

un centro, o una fine?



Poi quasi

subito dopo,

mi buttarono fuori

sulla strada.

Ci servono i letti,

dissero i dottori.

C'è una grande emergenza.



7

C'è un tipo nuovo in lutto

nell' area cani stamattina.

Uno con un farfallino rosso

e un brillante

nella conchiglia delle orecchie.

Là, fuori

vicino al cancello sud,

aggrappato al recinto,

associa i cani

ai loro padroni,

e sospira. Sono

le occhiate che i cani rivolgono

ai padroni

che studia.

Lo sguardo periferico

di puro attaccamento

e fedeltà.



Fin dallo scorso settembre,

uno come lui

viene ogni giorno,

come per farsi incantare

dalla routine

della nostra ordinarietà,

per ricordare un mondo

invisibile, perduto.

Presto se ne andrà,

completamente a terra,

desideroso di svegliarsi

e tornare

dalla nostra parte del recinto.



8

Il fatto è che i cani

non credono

di essere geni (specialmente

quelli che lo sono). Loro non

danno giudizi,

coltivano opinioni,

mettono in campo i loro difetti,

si paralizzano

per la nostalgia

né scompaiono

in un loro delirio.

Offrono a noi,

i loro compagni forestieri,

la possibilità di

essere ovunque

e in nessun luogo allo stesso tempo

tra le alte

e basse bizzarrie

del nostro strano procedere. Così

possono starsene in disparte

di lato,

in attesa, sempre in attesa

di un segno ...

da noi ...

solo

da noi ...



e così

essere appagati.



9

Quando a papà

stava cedendo il cuore

lui smise di sbattere le porte

e di gridare ogni pensiero.

Smise di dare pacche sulla schiena,

di fare sempre battute,

e di pisciare nelle tazze

perché faceva tardi.

Smise di piangere

nel cesso

quando credeva che tutti

stessero dormendo.



10

Un attimo fa

si discuteva sui progetti

per il memoriale dell'11 settembre.

Mrs. R., che bacia sulla bocca

la sua barboncina,

Fracas, e dice

cose atroci su di lei

alle sue spalle, vuole

un giardino dove si possa

mascherare la realtà. Mr.K.,

che veste tutto di nero

e disprezza i barboncini perché

sono troppo compiaciuti,

vuole una ghigliottina accanto

all'effige del presidente

vestito da boia,

mentre Mrs. B., la cui voce

da basso cantante è quella

della famosa pubblicità del latte,

non vuole niente. "Niente è

il tributo più rispettoso

all'orrore e alla rabbia", dice.



11

Questa mattina

porto a spasso un ricciuto

terrier Bedlington blu

che si chiama Tallulah,

e tutti i cani dell'area

sono in subbuglio a causa sua.

Appena è arrivata lei

sono scomparsi tutti.

Questo succede con le celebrità,

nessuno sa come stare

accanto a loro. Tutti

vengono eclissati. Lei emana

un così potente luccichio

che tutti si arrendono

alla sua forza superiore

e si sentono consacrati. I cani

riconoscono la perfezione.

Sanno che è bellissima.

Persino al Village,

dove l'eccezionale

è la norma, la sua bellezza

è rara - che dire del

suo manto venerabile,

gli occhi enigmatici,

e i labbri aquilini incurvati

in un’ellisse perfetta...

se dovesse sollevarsi

sulle zampe posteriori e ululare

ci inginocchieremmo tutti davanti a lei.

Sì, in questa dolce mattina di primavera

lodiamo la sua bellezza,

adoriamo un bellissimo cane.



12

Se Papà non avesse smesso di lavorare,

e non fosse andato in ospedale

immediatamente

sarebbe morto,

disse il suo medico.

Stava a me, ragazzo,

non avrebbe dato retta

a nessun altro. Lo

capivo? Sì,

dissi, capivo.

Capivo che papà era stanco

di lavorare quattordici ore al giorno,

di vendersi una bugia per volta,

di non capire

perché, ancora una volta,

stesse perdendo tutto.

Capivo

che voleva morire.



13

Dopo che il mio cervello

subì l'elettroshock,

non ricordavo più

dove vivevo -

sotto

l'ombra di un ponte

che mi cullava cantando,

sprofondato

nelle braccia implacabili

del vento,

o in un buco

nella terra

dove piagnucolava

la mia infanzia

nell'ultima ora vacante del passato?



A volte

per

sentirsi superiore

ai suoi fallimenti

il mio cervello mi mente.





14

Trovati un maestro,

dice il Talmud.

L'ho fatto. Un regno

di maestri

benevoli e pelosi.

Ed ecco il testo in lingua originale:

 
The Wandering Wingless

It is of course that much human activity is the result of conditions which are unknown to the participants -PRISCILLA ROBERTSON

To become aware of the possibility of the search is to be onto something. Not to be onto something is to be in despair. -WALKER PERCY

God made human beings so dogs would have companions. -FREDERICK SEIDEL


ONE

1

I carry keys, multicolored,

versatile, and revelatory, 


to my clients' apartments,

where I wander around

their enormous rooms,

sit at their elongated tables,

read in their book-lined studies

under the peachy glow

of their scalloped sconces,

rock before their prosperous windows,

my hands tap-tapping at my back,

my mind, always in between

and on its way somewhere

more interesting, enjoying

the human medley,

the whispering echoes

and colorful plumage

of my fellow explorers

so eager to tempt fortune,



until it’s time to walk

Adolph and Napoleon,

who never have

an unkind word

to say about anyone…



2



Here

in the Village

everyone owns

a philosophy of fateful,

exquisite reluctance;

an air of ever skulking fatigue

and deliciously

illicit world-weariness.

On the Upper East Side

they herd packs

of eight up Madison Avenue,

all entangled

and belittled,

with $ 100 haircuts,

stinking of intrigue

and lilacs. Three dogs

is much fight or flight instict

as I can manage.

Walk dogs for a living

And you become intangible,

eclipsed

by a greater force.



I like being the guy

Who walks Moses,

Dylan, and Herakles,

at the center

of no one’s interest.



3



The morning of my eighth birthday

I awoke to see

tied to our front gate

my first teacher, a Collie mix,

blue-amethyst eyes,

powdery caramel mane,

all golden and delirious,

and Dad, beside her,

beaming. She,

Rusty, was so superior

all the other dogs

ran alongside her,

enlarged,

floating.



4



Dad sold gaskets

without which sewing machines

stopped stitching

the more refined crotches

of the Finger Lakes region

in upstate New York.

He liked to say

he tried to sell God

a second Sunday

but no one buys anything

on Sunday. When

his heart was failing

he'd sit on his bed

staring at his hands, unable

to understand why

they were so angry.

Inside the sparkling graves

of his shoes

he'd stand wavering,

arms hanging,

chest heaving,

each sigh intricately

intertwined

in the infinitely

variegated blasts

of his broken breaths,

waiting

for his strength

to return.



5



The Washington Square Park dog run

is built on an old Indian burial ground

right smack in the middle

of a carnival of joggers, yapping

babysitters, inline skaters

(skating mostly backwards!)

pharmaceutical reps whispering smoke smoke,

a swooping armada of endlessly shitting pigeons,

the whoosh whoosh of taxis

circling the stoic town houses,

and every time the wind

comes whistling through,

a torrent of fat squirrels

scamper out of

the knurled snout

of the haunted ancient oak

under which

I prefer to stand,

deep in its moist

luxuriant decay, attempting

to pluck slivers

of tranquillity

out of the shade

of my seared brain,



cloaked

as it is

in a desperate hum

of fear.



6



Exactly one year ago,

last September 11,

a brilliant burst

of electroshock waves

zinged through

the surprised ether

of my brain's pink elasticity.

I awoke floating

in Saint Vincent's psych ward,

on a rocky seabed,

an inert acorn, under

a sheet tent, someone

at the far end of time

singing the aria

from Madame Butterfly

the way it was meant to be sung.



Is this what it

feels like to be dead,

I wondered,

a false hallelujah,

to swirl, flicker,

and overflow,

never again contrive

to be anything

more, or less than

a beginning,

middle, or end?



Then, almost

immediately afterward,

I was put out

on the street.

We need the beds,

the doctors said.

There's a great emergency.





7



There's a new mourner

at the run this morning.

A guy with a red bow tie

and a diamond stud

in each tiny conch ear.

There, off

by the south gate,

clutching the fence,

matching dogs

with their owners,

and sighing. It's

the looks dogs give

their owners

he's studying.

The peripheral glance

of pure attachment

and faithfulness.



Ever since last September,

someone like him

comes every day,

as if to be fascinated

by the routines

of our ordinariness,

to remember a lost,

invisible world.

Soon he'll leave,

utterly slumped,

wanting to wake

and return

to our side of the fence.



8



The thing about dogs

is they don't believe

they're geniuses (especially

the ones who are). They

don't withhold judgment,

cultivate opinions,

mobilize their defects,

become paralyzed

with nostalgia,

or disappear

inside their delirium.

They offer us,

their fellow strangers,

the possibility of

being everywhere

and nowhere at once,

amid the low

and high antics

of our curious proceedings. So

they can stand off

to the side,

waiting, always waiting

for a sign...

from us…

only

from us...



and thus

be replenished.



9



When Dad's heart

was failing

he stopped slamming doors

and shouting every thought.

He stopped slapping backs,

joking all the time,

and pissing into coffee cups

because he was running late.

He stopped crying

in the toilet

when he thought everyone

was asleep.



10



A moment ago there

was a row over plans

for the 9/11 memorial.

Mrs. R., who kisses

her Poodle, Fracas,

on the mouth and says

hideous things about her

behind her back, wants

a garden where one can

disguise reality. Mr. K.,

who dresses all in black

and despises Poodles for

being self-congratulatory,

wants a guillotine beside

an effigy of the president

dressed as an executioner,

while Mrs. B., whose basso

cantante voice is the one

on the famous milk commerciaI,

prefers nothing. "Nothing is

the most respectful tribute

to horror and rage," she says.



11



This morning

l'm walking a crisp

blue Bedlington Terrier

named Tallulah,

and all the dogs at the run

are making a fuss over her.

The moment she arrived

everyone disappeared.

That's the thing about celebrities,

no one knows how to exist

around them. Everyone

is eclipsed. She's giving off

such a powerful shimmer

everyone has opened up

to her superior force

and feels holy. Dogs

recognize perfection.

They know she's beautiful.

Even in the Village,

where the extraordinary

is expected, her beauty

is rare-what with

her venerable coat,

enigmatic eyes,

and aquiline lips curling

into a perfect ellipse ...

if she should llft up

on her hind legs and howl

we'd all kneel before her.

Yes, on this lovely spring morning

let's praise her beauty,

let's adore a beautiful dog.





12



If Dad didn't stop working

and go to a hospital

immediately

he was going to die,

his doctor said. It

was up to me, kiddo,

he wouldn't listen

to anyone else. Did I

understand? Yes,

I said, I understood.

I understood Dad was sick

of working fourteen hours a day,

of selling himself one lie at a time,

of not understanding

why, once again,

he was losing everything.

I understood

that he wanted to die.



13



After my brain

was electrocuted,

I couldn't remember

where I lived-

under

the shadow of a bridge

that sang me to sleep,

deep

in the unforgiving arms

of fhe wind,

or a a hole

in the earth

where my childhood

lay whimpering

in the last vacant hour of the past?



Sometimes in order

ta feel superior

to its failures,

my brain lies to me.



14



Find thyself a teacher,

the Talmud says.



I have. A kingdom

of benign,

furry teachers.





Copyright © 2007 by Philip Schultz




1 commento:

  1. Grazie Fiorenza per il tuo commento chiaro e puntuale. Il moi est un autre di Schultz allarga la prospettiva dalla propria posizione di immigrato, ai cani, alle torri fino ad includere l'intera condizione di essere nati umani.

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