venerdì 21 marzo 2014

Biblioteche di Roma: figlie di un dio minore (tre sfoghi)

Le Biblioteche di Roma: un'istituzione in pareggio di bilancio da diciotto anni. Diciotto. Dalla sua fondazione a oggi (1996-2014). Un patrimonio librario (e audiovisivo) immenso: circa un milione di copie; centinaia di migliaia di frequentatori, migliaia di eventi organizzati, almeno quaranta biblioteche per ragazzi efficientissime; importanti fondi detenuti: fra i tanti, quelli di Giorgio Caproni, Sandro Penna, Agostino Lombardo.
Eppure tale istituzione (proficua e produttiva, come detto, e capace di non gravare sulle tasche dei romani) è sotto attacco; da parte di chi dovrebbe sostenerla. Un attacco che non ha motivazioni di bilancio, ma solo ideologiche. Esso rientra in un piano, più ampio, di distruzione del passato e dei fili residui che ancora lo legano alla sensibilità degli Italiani: l'annientamento, sistematico, della nostra cultura e degli spazi di socialità. Una manovra globale in atto da decenni e che incrudelisce oggi, grazie alla scusa - scodellata con lacrime di coccodrillo - della spending review.
Per le Biblioteche di Roma si prospettano due vie: la trasformazione in municipalizzata, in vista d'una futura, ineludibile, privatizzazione; il ritorno ai Dipartimenti, con relativo taglio di personale e orari (apertura cinque giorni a settimana; apertura pomeridiana - sino alle 17.00 - solo il martedì e il giovedì).
Sul tema proponiamo tre lettere aperte di una bibliotecaria comunale, Maria Elena Esposito, ai propri colleghi.
La prima è uno sfogo a caldo dopo l'ennesimo rituale infruttuoso presso il Comune di Roma.
Le altre due rispondono alla proposta - bislacca - del sindaco Ignazio Marino di far lavorare i clochard nelle biblioteche.


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Buonasera a tutti da Cornelia,

pensavo di scrivervi subito, appena arrivata in biblioteca (alle 11,48) o dalle 13,00 alle 14,00, nell’orario di chiusura al pubblico (nell’unico giorno in cui la nostra biblioteca chiude per un’ora soltanto, per permettere che lo “spazio che ci ospita” (cioè front office, ingresso e zone limitrofe), venga  pulito e lavato adeguatamente senza “continue incursioni”… ma non ce l’ho fatta!!!

Ieri ho avuto la malaugurata idea, quasi malasuerte, d’assistere alla seduta straordinaria del Consiglio Comunale, questa volta senza troppe “emozioni”, come succedeva, invece, tanti anni fa, quando (con Massimo Copponi e con i miei colleghi ex-interinali delle biblioteche [2002] e due anni dopo operatori Pierreci [2004]) s’andava “timidamente” e poi “rabbiosamente” ad ascoltare i nostri Assessori e Sindaco d’allora (Veltroni).
Ho ascoltato attentamente le parole del nostro (coltissimo e discreto oratore) Sindaco Marino che, ahinoi, pur “ricordando” un episodio della sua visita a Primavalle, non ha assolutamente parlato del suo “passaggio”, comprensivo di saluti ai cittadini ed aperitivo presso una delle nostre ammiraglie, la Biblioteca Franco Basaglia (di Primavalle)…
Probabilmente siamo realtà troppo piccola e “insignificante” perché il Nostro Primo cittadino si sprechi a menzionarci (Ama ed Atac son tutt’altra cosa!!!). E, del resto, perché avrebbe dovuto “dire” di noi… che siamo l’unico Ente pubblico locale di Roma Capitale che ogni anno, dal 1996, chiude il bilancio “in  pareggio”?!?… e che da nove mesi “illegalmente” non ha un CDA?!?.

Se avete un paio di minuti da perdere vi “centrifugo” così il “succo” di circa mezz’ora di discorso del “buon Ignazio” (almeno nella parte che più ci può riguardare): Roma non è una città da ”salvare”, perché è la più bella e ricca, almeno in quanto a patrimonio artistico e culturale, d’Italia.  Il Decreto “Salva Roma” ci offende e “dequalifica”, avrebbero dovuto chiamarlo, semmai “aggiusta” Roma, libera Roma o “ri” e qualcosa Roma ( “ri-parti”, “ri-solleva”, “ri-valuta”…).
Ma … Roma è anche una città “disastrata” dalla recente alluvione … (fosse solo quello il motivo del disastro!!!) e con periferie molto povere ed “indecorose”… per cui la bimba di quattro anni che si sveglia alle quattro di notte e, per andare in bagno, deve “spaventare i topi” con una lucina e uscire fuori ad aprire un catenaccio grosso di quelli che si usano per le biciclette (e lui sì che queste catene e conosce bene!!!) per fare la pipì …ha bisogno di una “soluzione” SUBITO… e noi inizieremo dunque dalla “MANUTENZIONE”…
Quindi (e qui è il vero “concentrato” del discorso che c’interessa), Roma ha bisogno di soldi immediati, “liquidi” che dovranno essere “presi” dalle tasche dei Dipendenti Capitolini che guadagnano troppo!!! e che dal 2012 hanno percepito in busta paga un “inspiegabile” aumento (mah?!? devo andare a prendere le mie vecchie buste paga, perché se per Lui sarà “inspiegabile”…, per me è assolutamente “incomprensibile”… quello che ha affermato). … Il loro stipendio deve essere ridotto del 20-30 % (e ci vogliamo scommettere che la riduzione sarà del trenta, come già “ventilato” nella circolare di bilancio, inviata da Simonetta Potestà (per conto del nostro Direttore Voglino) alle 17,40 del 30 settembre 2013 (che ovviamente vi allego, come promemoria)?!?.

Rassegniamoci, colleghi, l’intento di questa giunta è chiaro, nonché pubblicamente dichiarato: “Saneremo il bilancio deficitario della City e daremo un bagno e una casa decorosa alla bimba di Primavalle… riducendo gli stipendi (troppo alti!!!) dei dipendenti capitolini”. E (visto che se la mia memoria non è corta, la nostra “base” salariale negli anni non ha visto tutti questi implementi) prepariamoci perché se qualcosa non cambia (o forse dovrei dire se non ci diamo da fare per diventare noi stessi fautori di questo cambiamento), perderemo tutte le indennità, produttività, progetti, straordinari e varie voci)… come s’era paventato agli inizi d’ottobre (con la succitata circolare che vi ho allegato)

Colleghi cari a questo punto urge veramente che ci riuniamo TUTTI (e non ci vuole molto perché siamo meno di 400…) e quando dico tutti intendo dal primo all’ultimo dei dipendenti capitolini [288 tra “C” e “D” ] e dal primo all’ultimo degli Zetema (che mi risultano essere intorno ai 97, numero più numero meno)… e si faccia quel “ragionamento organico, tecnico, obiettivo, anche un po’ “lungimirante”… che qualcuno delle nostre “alte sfere” (il NUMERO UNO), sempre ad ottobre aveva auspicato e ci aveva consigliato, di fare.

Aspettiamoci dunque una LIBERALIZZAZIONE, decisa dai nostri amministratori (alle nostre spalle ed in assenza di un Consiglio d’Amministrazione…), entro i 90 gg. previsti dal Decreto Legge 16 del 6 marzo 2014, perché di fatto noi delle “Biblioteche di Roma” siamo e (spero saremo sempre) “Figli d’un Dio minore”, che offre alla città uno dei servizi più belli efficaci ed efficienti dell’intera realtà capitolina, “addirittura” gratuito…
Diventeremo una Municipalizzata anche noi?!? (magari con Palaexpò e non si sa chi altro)… forse “tramite” Zetema (o chi sa cosa?!?).
E poi?… tra qualche anno si passerà alla PRIVATIZZAZIONE?!? …cosa fin’ora evitata e scongiurata per anni dalla nostra “vecchia guardia”…i nostri Bibliotecari “storici”…che giorno dopo giorno ci stanno “lasciando” per andare in pensione. (Beati loro!!!).
Alla faccia della “pubblicità” delle Biblioteche della "gratuità" del servizio, "quantomeno in linea di principio", prescritta dal Manifesto Unesco.
Buona serata a tutti, con l'amaro in bocca (almeno per me),
Mariaelena Esposito (Biblioteca Cornelia)

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Il nostro sindaco dimostra ancora una volta di vivere tra le nuvole. I clochard frequentano già assiduamente le nostre biblioteche, ne utilizzano i nostri “servizi”: consultano l’opac, guardano i film, leggono i giornali, a volte prendono un libro, ma soprattutto … usano la toilette... In molti casi gli abbiamo quasi dovuto “estorcere” un’iscrizione, “fidandoci” , (se non addirittura facendoci noi stessi quasi “garanti”, in qualità di dipendenti pubblici) di una loro poco improbabile “reperibilità” (Silvio docet). Del resto il buon cuore dei bibliotecari romani è cosa nota!!!
 Ora però spero che qualcuno, che ha quantomeno più potere contrattuale di me, ricordi a Marino che quella dei bibliotecari è una professione, tra l’altro sempre più complessa, articolata e “specializzata”, non un gioco di “società” e chiunque metta piede, come forza lavoro, in una biblioteca, va “formato” (e la formazione costa…soldi tempo e fatica) e non “scaraventato” in trincea ex abrupto, con il rischio che venga “isolato”, perché “inefficace” ed inefficiente.
Insomma, senza dilungarci troppo, suggeriamo allo Stesso di dare ai senzatetto quello che chiedono: una casa, una stanza, un piatto caldo, un bagno e poi gradualmente tutto il resto e di mandare in biblioteca chi ne ha diritto, cioè in primis i 43 vincitori del concorso per “funzionari di biblioteca” e a seguire i vincitori del concorso d’“istruttori ai servizi culturali” .
Solo così si può risolvere il problema occupazionale, in maniera coerente e senza ulteriori sprechi …
Basta con le prese in giro!!!
Buona giornata a tutti,
Mariaelena Esposito (Biblioteca Cornelia)

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E poi scusate,
ma il Sindaco lo sa che il servizio di prestito, rientro, ricollocazione a scaffale dei libri e quant’altro è già “supportato” dagli Auser/Anteas?!?
Il sindaco lo sa della “Convenzione tra il Comune di Roma e il Tribunale di Roma”…?!?
Il sindaco lo sa dei tanti progetti, protocolli, contratti, intese, tirocini, stage etc. stipulati e attuati nelle biblioteche negli anni (volontariato civile; Pica; Università;…persone “mentalmente disagiate” accolte nelle nostre strutture…). A proposito ma i Pica?!? Vogliamo chiedergli perché quest’anno non si fa nulla?!?
Ma in fondo perché puntare il dito “a livello locale”, se è vero che il Nostro Presidente del Consiglio può permettersi di affermare tranquillamente: "Io ti do una mano [riferito al disoccupato] ma non te ne stai a casa, mi aiuti in biblioteca, al Comune” et cetera

Se ci organizziamo per andare a “riunirci in assemblea unitaria” sotto il Campidoglio (il 18), o quantomeno, visti i tempi piuttosto stretti, sotto l’assessorato (il 31) io proporrei di fare una colletta, così da poter regalare a Renzi Dove lo stato non c’è di Tahar Ben Jelloun, con prefazione di Egi Volterrani 1991, Einaudi (12,39) e a Marino Il sole dei morenti di Jean-Claude Izzo, 2004, E/O rigorosamente in edizione economica a 4,90 (per evitare sprechi).
È’ tutta gente che non sa cosa sia una biblioteca comunale, Centro culturale, e che si sta arrampicando sugli specchi, pensando d’aver a che fare con “I soliti idioti”… E il rischio grosso è che, a sentir Renzi, presto nelle biblioteche comunali ci saranno più “ausiliari” che bibliotecari (provate ad immaginare la folla di gente che gremisce Piazza Navona il giorno dell’Epifania … i numeri potrebbero essere quelli).
Buon tutto

Mariaelena Esposito (Biblioteca Cornelia)

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