mercoledì 26 febbraio 2014

Flash mob. Ovvero: bastano tre minuti per "sensibilizzare sul tema cultura"?

Maria Teresa Carbone
La primavera incalza, è tempo di flash mob. Sempre provvidenziale, Wikipedia ci informa che questi assembramenti fulminei sono nati una decina d'anni fa "con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita". E cosa di più insolito che cercare di diffondere la pratica della lettura? Dunque, via con i flash mob. 
Il primo lo organizzano le Biblioteche di Roma  nel centro commerciale Euroma 2: l'appuntamento è per venerdì 28 febbraio alle 16.30, ma evidentemente chi ha avuto l'idea non è tanto sicuro del risultato. Ci sarà davvero la folla necessaria perché le signore e i signori intenti allo shopping pre-finesettimanale si accorgano che è in corso un flash mob? Nell'incertezza la responsabile, Rita Petroselli, cerca figuranti disponibili a partecipare. E si rivolge direttamente a loro con un bel "tu" accattivante, ma nel quale si sente vibrare la paura del fallimento: "Sarà divertente e piacevole averti per 3 minuti tra i nostri sostenitori. Poiché il video dell'evento che durerà poco più di 3 minuti sarà pubblicato in rete, per partecipare è d'obligo firmare una liberatoria. Più saremo, più daremo respiro ai servizi delle biblioteche".
Passa un giorno,  ed ecco un nuovo flash mob. Questa volta è la viterbese Fondazione Caffeina a lanciarlo. ll titolo è "Il primo marzo compriamo un libro", e con questo è detto tutto. Ma per sicurezza gli organizzatori precisano che tante librerie hanno aderito al flash mob (evidentemente non molto flash, visto che dura un giorno intero) e che l'iniziativa è nata dal basso "per sensibilizzare sul tema cultura". Proprio così: "sensibilizzare sul tema cultura".
Ora, sia chiaro: noi ci auguriamo che il primo marzo, e tutti i giorni dell'anno, le librerie siano affollate, così come (e ancora di più) ci auguriamo che il numero delle persone in possesso delle Biblioteche di Roma, e non solo, si decuplichi. Ma di fronte ai flash mob almeno un po' riluttiamo: perché pensiamo che questo sia, per dirla garbatamente, una presa in giro, e per di più una presa in giro controproducente. 
Chi legge sa benissimo che la lettura è tutto il contrario del flash mob: richiede tempo e concentrazione e almeno all'inizio un po' di sforzo. E anche chi non legge lo sa, e forse proprio per questo non legge. Perché non ha voglia di impegnarsi, o perché si impegna in altre attività per lui o lei altrettanto intense e appaganti. (L'altro giorno ho incontrato un simpatico tecnico di laboratorio che, mi ha detto, non legge mai: "Preferisco andare a pesca. Sto sulla riva del mare, osservo le canne, i movimenti dell'acqua. Mi sento vivo e attento come lo è lei quando è immersa nella lettura di un libro").
Questo dovremmo dire alle ragazze e ai ragazzi: che la lettura è un esercizio o, come ha scritto Alan Bennett, un muscolo, e in quanto tale va esercitato, perché i risultati potranno essere stupefacenti. Che come in tutte le cose della vita il percorso può essere lineare o tortuoso. Che si procede anche a suon di tentativi falliti.
Comprare un libro, con buona pace di editori e librai, non equivale a leggerlo (e comunque è molto probabile che chi entrerà in libreria il primo marzo sarà già sufficientemente sensibilizzato "al tema cultura"). Pensare che basti un video di tre minuti girato in un centro commerciale per dare respiro alle biblioteche è solo la prova della crisi (di soldi e purtroppo anche di idee) delle biblioteche.  
Altro che flash mob, qui ci vorrebbe come minimo un bell'Occupy, con tanto di figuranti inclusi.

3 commenti:

  1. Risposte
    1. sempre catastrofista! ma no, non se ne accorgerà nessuno, ammesso che poi si faccia: nella newsletter BiblioTu manco ne se parla, forse mancano i figuranti

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  2. osservazioni molto attente quelle di Maria Teresa, ma il problema resta ed è quello di trovare il tempo per leggere nelle concitate abitudini di vita tutteflash pertutti. Ciao

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