lunedì 19 agosto 2013

Per Corrado Costa

Prendendo spunto dalla recente uscita dell'ultimo numero della rivista "il Verri" interamente dedicato all'opera e alla figura del poeta Corrado Costa, presentiamo, insieme a un suo testo, l'incipit del saggio che Milli Graffi gli ha dedicato (e che fa appunto parte dei materiali proposti all'interno del numero monografico) e, per concludere, una breve nota biografica e alcune indicazioni bibliografiche.


 
Corrado Costa
BALLATA DI BUONA DOTTRINA
Chi ha i documenti nasconda il dossier
e chi è ferito stia composto – in croce
chi è torturato muoia sottovoce
il vento si divida dal rumore dei boschi
e l’anima da queste estreme spoglie
lasci in pace gli ostaggi:
per piangere nascondere la voce
che piange
Essi hanno orecchie abili: volpi
fredde, segugi d’afflizione
direttori di coscienza in caccia di contrizione
fanno carniere di dolore
La parola stia schiacciata in bocca, oscura -
se danno fuoco alla covata
che s’intani la madre forsennata
chi perde sangue cancelli la trama:
non c’è ragione di gridare, oggi
come un respiro di silenzio tende l’aria
i dirigenti che giudicheranno
chi avrà gridato amato aperto il cuore
il giorno che gli daranno ragione
non gli perdoneranno.

Milli Graffi  
La curvatura del boomerang
Corrado Costa accende una curiosità nella testa del lettore e si assicura che il lettore rimanga con la sicurezza di non poterla mai appagare. Eppure è uno degli autori che ha scritto a lungo e costantemente importanti riflessioni sulle modalità del suo operare. Le ha scritte per spiegare cosa faceva e come lo faceva. E la sua teoria andava tutta nella direzione di consolidare per bene e accuratamente, rafforzare e indelebilmente fissare quella scintilla di appassionati interrogativi che appoggiava con imperturbabile sicurezza sulla mente del lettore. Il guaio è che quelle ineffabili sequenze erano tele di ragno leggere trasparenti e all'apparenza completamente innocenti che poi finivano per invischiarti in una morbida trappola senza via d'uscita. Non l'abbiamo ancora trovata una appagante razionalizzazione che metta a tacere il tarlo della sua ricerca.
Abbiamo questa evidente differenza tra la sua prima raccolta di poesia, lo Pseudobaudeleire (1964) e Le nostre posizioni (1972):  la prima raccoglieva le ottime composizioni attente e ben curate con una cura raffinata per la frammentazione della sintassi e fortemente segnate da un impegno politico e da una passione per la denuncia sociale che affondava la sue radici molto addietro nel tempo –  una poesia allineata con le ricerche imposte dall’apparizioni dei Novissimi –; nella seconda, scompaiono le frammentazioni, scompare il contenuto politico, ed emerge potremmo dire senza preavviso una delicata e a sua modo ancora appassionata ricerca sulle fondamentali contraddizioni del linguaggio stesso.  Costa diventa un poeta che legge Saussure e se ne innamora. Non lo spaventa scoprire – e nelle poesie della lepre e dell’erba c’è esattamente tutta la meraviglia della scoperta –  che nel significatnte non troverai mai la profondità e la bellezza e la passionalità del significato, non lo spaventa la struttura di separazione dal mondo che ci viene imposta dalla lingua nel momento stesso che ci concede un mezzo per collegarci al mondo. Per Corrado Costa quella è la terra della massima fertilità, è il posto giusto dove scatenare la sua carica di sensibilità e di grazia, le sue pacifiche passioni. 
(continua su il Verri)

La vita
Corrado Costa è nato a Mulino di Bazzano (Parma) nel 1929 ed è morto nel 1991 a Reggio Emilia, città dove ha vissuto ed esercitato la professione di avvocato. Nei primi anni Sessanta stringe una duratura amicizia con Giorgio Celli, Antonio Porta, Nanni Scolari (allievo di Luciano Anceschi) e Adriano Spatola, coi quali fonda Malebolge, una rivista di letteratura d’avanguardia, "parasurrealista". Più tardi entra nel Gruppo 63, esperienza che Costa sottolinea a ogni occasione, anche se resta ai margini del gruppo, considerato un dilettante d’ingegno.
Dall’esperienza del Gruppo 63, la schiera di amici s’infoltisce con Nanni Balestrini (che lo introduce nell’ambiente del Verri, la rivista del critico Luciano Anceschi), Giulia Niccolai, Patrizia Vicinelli e Alfredo Giuliani (che lo invita a partecipare alla fondazione di un'altra rivista: Quindici). S’infoltiscono anche le riviste letterarie cui collabora: Nuova CorrenteRevolverTam TamAlfabetaCervo Volante. Numerose sono state anche le pubblicazioni, plaquettes spesso di un centinaio di copie, poemi inseriti in cataloghi di amici pittori, ecc.: Pseudobaudelaire (Scheiwiller, Milano 1964; 1986); Blanc, in collaborazione con Claudio Parmiggiani (id., 1968); L’equivalente (id., 1969); Inferno provvisorio (Feltrinelli, Milano 1971); Per una teoria delle ombre (La Nuova Foglio, Macerata 1971); Tre poemi flippers, in collaborazione con William Xerra (Studio Sant’Anna, Milano 1972); Invisibile pittura (Editrice Magma, Roma 1973); Santa Giovanna Demonomaniaca (id.); La sadisfazione letteraria (Cooperativa Scrittori, Milano 1976; ora «Benway Series», Tielleci, Colorno 2013); La piedra colectiva — Canciones con movimiento, in collaborazione con Nanni Balestrini (Exit Edizioni, Forlì 1978); The Complete Films (Red Hill Press, Los Angeles 1983); Il fiume (Edizioni Vicolo del Pavone, Piacenza 1987).
Dall’Archivio Corrado Costa, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
Fascicolo monografico su Corrado Costa: per richieste, email a: ilverri [at] tiscali.it
 
Da segnalare inoltre:
Corrado Costa, La sadisfazione letteraria / Literary Sadisfaction, Benway Series 1, Tielleci, 2013 (bilingual version, thanks to P.Vangelisti: .en + .it)

Corrado Costa, The Complete Films and Other Texts, Logosfere, Editrice Zona, 2012 (bilingual version, thanks to Paul Vangelisti: .en + .it)



alcuni saggi e testi critici su Costa all'indirizzo
http://puntocritico.eu/?tag=corrado-costa _