sabato 24 agosto 2013

Classici (ri)scoperti: Northanger Abbey

Roberto Liberatori
Confesso subito, con un po' di imbarazzo, di non aver letto mai Jane Austen prima d'ora. Non so neanche io perché, pur amando gli eroi e le eroine del  XIX secolo. Ma siccome sono sicuro che i motivi non interessano il lettore, mi tolgo subito dall'impaccio. Fatto sta che in questa estate 2013 ho deciso di porre rimedio e di cominciare con quello che è considerato uno dei primi romanzi della Austen, anche se pubblicato postumo. L'abbazia di Northanger ha un'eroina di nome Catherine. Jane Austen, con la sua ironia, non fa sconti e ci informa subito che Catherine non è un granché quanto a bellezza e intelligenza: è una ragazza come tante, neanche tanto brillante, ma che dalla sua ha la giovinezza e la voglia di fare nuove conoscenze. Per questo accetta l'invito di alcuni vicini, una coppia matura senza figli, che la porta con sè nella mondanissima Bath. Qui inizia l'avventura della nostra eroina, che verrà a contatto con alcuni esemplari umani davvero indimenticabili. Su tutti voglio raccomandarvi gli irresistibili fratelli Thorpe, fratello e sorella, campioni di narcisismo e boria, ma tuttavia simpatici al lettore: lui fa di tutto per fidanzarsi con lei, la sorella la usa a suo piacere per conquistare il fratello, salvo mollarlo di fronte all'arrivo di un ragazzo più bello e più ricco. Faticherà un po' a toglierseli di torno.
Anche Catherine ha un ragazzo che le fa battere il cuore: si chiama Henry e appartiene ad una famiglia nota e benestante  che ha tra le sue proprietà una residenza nell'antica Abazia di Northanger. E' qui che la nostra eroina viene invitata a passare alcune settimane di villeggiatura. Con il suo carattere incline alla fantasia (Catherine è un'avida lettrice di romanzi gotici all'epoca di moda) immagina fantasmi, crimini e vendette  dietro porte e cunicoli nascosti. Ma quello che l'aspetta realmente è più drammatico. Quando il padre del suo amato Henry scopre che Catherine non porterà nessuna dote consistente col matrimonio, la butta fuori casa su due piedi. La nostra eroina è umiliata e offesa. Torna a casa spenta, vinta nei suoi sogni. Ma Henry si presenta e chiede la mano di Catherine, sfidando il padre - padrone. Un lieto fine? Non saprei... Jane Austen butta là, non a caso, alcune frasi sull'atteggiamento di Henry che non fanno presagire rose e fiori. A voi scoprire di cosa si tratta... 

Nessun commento:

Posta un commento